Mario Cipollini commenta, in un video sulla sua pagina Facebook, la clamorosa protesta dei ciclisti che nella giornata del 23 ottobre hanno chiesto e ottenuto la riduzione di più un centinaio di chilometri della tappa del Giro d'Italia per le avverse condizioni meteo. La situazione ha creato ovviamente molto dibattito tra chi ha appoggiato il gesto e chi invece è stato estremamente critico.
Nel video su Facebook Cipollini spiega che, a suo giudizio, la situazione doveva essere gestita in maniera migliore dai corridori.
Mario Cipollini: 'Mi spiace che i ciclisti per questo episodio passino come gente che non vuole fare fatica'
Il "Re Leone" apre il suo video dicendo che quest'anno non si è molto espresso sul Giro d'Italia. Ma sottolinea di essere stato chiamato in causa a dire la sua sul gesto dei ciclisti nei confronti dell'organizzazione che ha poi accettato di ridurre il chilometraggio della tappa da 258 km a 124 km.
"Vengo chiamato in causa da diverse persone - spiega Cipollini - e quindi dico la mia su questa sorta di autosciopero. Da ex ciclista ho vissuto tantissime giornate di sofferenza, di brutto tempo. Mi dispiace dell'immagine che ne esce dei ciclisti che sono invece uomini di fatica, come si è visto anche nella tappa in cui è stato scalato il Passo dello Stelvio con discese molto impegnative".
"Nel mondo della comunicazione di oggi - osserva il campione del mondo 2002 - è stato un autogol. Credo che i corridori avrebbero dovuto organizzarsi meglio'"
Cipollini: 'La decisione andava gestita in modo diverso'
In accompagnamento al suo video su Facebook, Mario Cipollini ha messo frasi eloquenti che spiegano al meglio il suo pensiero, ovvero: "Il ciclismo non è un gioco. Si gioca ad altri giochi, ma non si gioca a ciclismo". Per Cipollini se corridori e organizzatori si fossero parlati per dare vita a una tappa più corta sarebbe stata la soluzione migliore per tutti e avrebbero fatto tutti una bella figura. In aggiunta al fatto che la frazione era collocata tra due tappe alpine importantissime, quella dello Stelvio e l'altro tappone alpino di sabato.
L'ex velocista di Lucca afferma di vedere tanta negatività su un Giro che sta facendo di tutto per provare ad arrivare a Milano.
Da ex corridore, Cipollini ribadisce di aver vissuto situazioni analoghe, ma ha sempre pensato che la non partenza sia una sorta di tradimento nei confronti dei tifosi. Poi sottolinea di condividere le ragioni dei corridori, ma che la decisione andava presa in una maniera diversa.
Intanto il direttore della corsa Mauro Vegni ha dichiarato che i premi per questa terz'ultima tappa dell'edizione 2020 del Giro d'Italia non verranno pagati.