La pausa tra una stagione e l’altra del ciclismo professionistico è il momento non solo per ricaricare le batterie e prepararsi alla ripresa dell’attività, ma anche per riflettere su tutto quello che accade nel mondo delle due ruote.
In una lunga intervista concessa a Tuttobici, il campione della EF Alberto Bettiol ha parlato a 360 gradi del ciclismo, dalle sue ambizioni personali concentrate essenzialmente sulle classiche, ai problemi del movimento giovanile. Secondo il vincitore del Giro delle Fiandre 2019, l’Italia sta pagando un difficile ricambio generazionale a causa degli eccessi con cui sono gestiti i ragazzi fin dalle categorie di base.
Bettiol: ‘Noi non abbiamo Alaphilippe e van Aert’
Partendo dal verdetto emesso dai Mondiali di Imola dello scorso settembre, con il successo di Julian Alaphilippe e gli azzurri rimasti tagliati fuori dalla lotta per le medaglie quando la corsa si è accesa, Alberto Bettiol ha lanciato un grido d’allarme sul modo in cui vengono gestiti i vivai in Italia. Il corridore toscano ha ammesso che - in questo momento - possiamo contare su un gruppo di ottimi atleti, ma senza quel grande campione in grado di fare la differenza nei momenti decisivi delle corse più importanti. “In Italia purtroppo ci mancano corridori come Alaphilippe e van Aert”, ha commentato Bettiol, che imputa queste difficoltà nel trovare nuovi campioni anche agli eccessi nell’attività giovanile.
“Molti giovani talenti li abbiamo persi lungo la loro formazione, sono stati spremuti troppo e si sono bruciati”, ha dichiarato il corridore della EF.
‘Lavori incredibili per i giovanissimi’
Alberto Bettiol ha potuto vedere di persona come molti ragazzi che iniziano a praticare il ciclismo vengano messi subito sotto pressione con dei programmi di preparazione esasperati che sono deleteri per la crescita psicofisica. “Vedo dei giovanissimi sottoposti a carichi di lavoro incredibili, vengono fatti allenare quasi come noi professionisti”, ha raccontato il vincitore del Fiandre 2019, evidenziando come questo atteggiamento sia “uno dei motivi per i quali non riusciamo a trovare dei giovani veramente forti”.
Bettiol ha raccontato come invece lui abbia avuto la fortuna di crescere come giovane corridore in un ambiente molto sereno, quello della Mastromarco, la squadra toscana in cui ha militato nella categoria under 23 e che ha insistito anche per fargli completare gli studi a scapito di qualche risultato immediato.
Per il suo futuro Bettiol ha confidato di voler rimanere alla EF, prolungando il contratto in scadenza alla fine dl 2021, e di puntare alle grandi classiche per la prossima stagione. Una in particolare è quella che il corridore toscano ha nel cassetto dei sogni: “La Strade Bianche, un mio desiderio speciale”.