L’approvazione delle novità regolamentari che saranno adottate nel Ciclismo professionistico dal mese di aprile continuano a far discutere. L’Uci ha approvato una serie di modifiche per migliorare la sicurezza, e tra queste ha imposto anche il divieto ai corridori di assumere delle posizioni pericolose, come quella definita ‘super tuck’, in cui ci si siede sul tubo orizzontale del telaio anziché sulla sella.

Molti corridori si sono lamentati per questi divieti, invitando l’Uci a intervenire su altri aspetti legati alla sicurezza, ma uno dei loro rappresentanti, Matteo Trentin, si è detto deluso dall’atteggiamento dei colleghi, i quali non si sono minimamente interessati durante il processo che ha portato alla stesura delle regole.

Trentin: ‘Solo sedici corridori su ottocento hanno scaricato le informazioni’

Il tema della sicurezza è sempre molto caldo e discusso nel mondo del ciclismo, soprattutto dopo i gravi incidenti che si sono verificati lo scorso anno. Nella pausa tra una stagione e l’altra, l’Uci ha preparato per questo una serie di misure che entreranno in vigore da aprile, riguardanti il comportamento dei corridori, di auto e moto del seguito della corsa e i protocolli organizzativi.

Nella fase di stesura delle nuove regole sono stati coinvolti, come rappresentanti dei corridori, anche Philippe Gilbert e Matteo Trentin. Le novità sono state infine presentate nei giorni scorsi e saranno in vigore da aprile. Tra i punti che hanno fatto discutere spicca il divieto di assumere posizioni pericolose in bicicletta, in particolare la ‘super tuck’, quella in cui il corridore appoggia il sedere al tubo orizzontale del telaio per avere una migliore aerodinamica, così come non si potranno più appoggiare i gomiti sul manubrio per allungarsi lasciando la presa con le mani.

Queste regole hanno scatenato molte reazioni negative da parte dei corridori, che si sono lamentati di non essere stati informati precedentemente ed hanno accusato l’Uci di non pensare a questioni più importanti legate al tema della sicurezza. Trentin ha però spedito al mittente le critiche dei colleghi, raccontando come sono andate realmente le cose.

“Nessuno deve dire di non essere stato informato delle nuove regole. Mi dispiace dover dire che i corridori dovrebbero controllare le loro caselle di posta elettronica e scaricare le nuove regole. È facile scrivere su Twitter che non sono stati informati, ma sono state inviate le e-mail a 800 corridori e solo 16 le hanno scaricate”, ha accusato Trentin.

‘Arrabbiato per quello che viene detto’

Matteo Trentin si è mostrato molto deluso dal comportamento dei corridori, che dopo aver protestato tante volte per cercare di migliorare la sicurezza nel ciclismo professionistico, si sono poi disinteressati quando l’Uci li ha coinvolti per arrivare alla stesura di queste nuove regole. “Se qualcuno non era d’accordo quando venivano fatte le proposte aveva molte possibilità, ma c’è stata pochissima risposta. Sono abbastanza arrabbiato per quello che viene detto ora. Prima si poteva dire che la comunicazione non era delle migliori e che i corridori non venivano informati, ma stavolta non è stato così, era tutto chiaro”, ha raccontato Trentin, che ha difeso il suo ruolo di rappresentante della categoria e rincarato la dose verso gli altri corridori.

“Non so chi vogliano incolpare, ma non posso essere io, Philippe o il CPA, non stavolta. Forse i corridori dovrebbero dedicare meno tempo a TikTok ed essere più reattivi quando si tratta di rendere più sicuro il loro posto di lavoro”, ha concluso il ciclista italiano.