Mancano ormai poche tappe e anche l'edizione 2021 del Tour de France si concluderà. La Grand Boucle, quest'anno, è stata letteralmente dominata da Tadej Pogacar, corridore della Uae Team Emirates che guida la classifica generale con un vantaggio pari a cinque minuti e 18 secondi. Alle sue spalle Rigoberto Uran, che non sembra comunque in grado di impensierire il corridore sloveno, vincitore della corsa già lo scorso anno. Tadej, fino ad ora, ha mostrato per le strade transalpine una netta e costante superiorità rispetto a tutti gli altri corridori.
Questo dominio ha destato più di un sospetto, con qualcuno che ha ipotizzato che il ciclista facesse uso di sostanzi dopanti. Accuse, queste, rispedite al mittente dallo stesso Tadej.
'Vengo da una famiglia che mi ha insegnato sani principi'
Tadej, in una video-intervista, è entrato in merito alle accuse, sottolineando come provenga da una famiglia che gli ha insegnato "sani principi" e che per questo non farebbe mai uso di sostanze illecite. Inoltre, l'attuale maglia gialla ha anche aggiunto di "non aver bisogno di barare" e di prendere scorciatoie. Più di qualcuno, nelle scorse settimane, ha poi invitato Tadej ha pubblicare i suoi dati, che potrebbero mettere fine, una volta per tutte, alle accuse di doping.
Pogacar ha però affermato di non avere intenzione di farlo: "Magari un giorno lo farò. Non vedo come potrebbe cambiare le cose, per il Tour devi produrre più watt possibili". Lo sloveno ha poi sottolineato come, la pubblicazione dei suoi dati, potrebbe minare la correttezza delle tattiche di gara.
'Gli avversari potrebbero capire le mie abilità'
La pubblicazione dei dati, secondo il ciclista, potrebbe favorire i corridori avversari: questi, analizzando i dati di Pogacar, potrebbero infatti riuscire a comprendere le abilità dello sloveno in determinate condizioni di gara. Queste informazioni potrebbero poi essere utilizzate durante le gare, andando di fatto a compromettere la correttezza delle competizioni.
Già nella scorsa settimana, comunque, Tadej era voluto intervenire per cercare di smorzare sul nascere le insinuazioni sulla regolarità delle sue prestazioni. Il corridore, infatti, aveva sottolineato come tutti i corridori siano costantemente tenuti sotto controllo. Nel caso in cui facesse realmente uso di sostanze dopanti, dunque, queste sarebbero state già individuate. Anche Lappartient, presidente dell'Uci, era intervenuto in difesa del corridore, lodando la quantità e qualità deui controlli antidoping effettuati dall'Ita, ovvero l'agenzia internazionale indipendente deputata proprio alla lotta contro l'uso di sostanze vietate.