In questo periodo di pausa tra una stagione e l’altra del Ciclismo professionistico, si susseguono gli annunci dei corridori che hanno appeso la bicicletta al fatidico "chiodo" o si apprestano a farlo.

Tra coloro che nel 2021 hanno militato nelle categorie World Tour e Professional sono più di sessanta i corridori a concludere la propria carriera e a dare l’addio al ciclismo. A questa già lunga lista, in cui figurano anche tanti campioni, se ne deve aggiungere un’altra comprendente coloro che sono reduci da una stagione a livello Continental, la terza serie del ciclismo, un piccolo esercito di "meteore", corridori mai sbocciati e altri da tempo sul viale del tramonto.

Ciclismo, Greipel il plurivittorioso tra i ritirati

La lista dei corridori che si sono ritirati dal ciclismo al termine della stagione 2021 è ricca di nomi di primissimo piano. Il più vincente ad appendere la bici al chiodo è André Greipel, uno dei più forti velocisti di sempre. Il tedesco ha chiuso a 39 anni con oltre 150 vittorie in carriera, un bottino in cui spiccano undici tappe al Tour e sette al Giro.

Il ciclismo tedesco dà l’addio anche a un altro dei suoi campioni, Tony Martin, uno dei migliori specialisti delle cronometro di tutti i tempi. Il 36enne di Cottbus lascia con quattro titoli mondiali a cronometro, cinque tappe al Tour e una Parigi Nizza in bacheca, oltre a un bel finale di carriera in cui si è riscoperto come uomo squadra di straordinaria importanza.

Un altro big che non sarà più in gruppo nel 2022 è l’irlandese Dan Martin, che ha chiuso alla grande vincendo una tappa al Giro d’Italia nella sua ultima stagione. Martin è stato anche un grande interprete delle classiche più dure, come testimoniano le vittorie alla Liegi e al Lombardia.

Ha deciso di smettere anche Roman Kreuziger, corridore che dopo una prima parte di carriera sfolgorante che sembrava lanciarlo tra i grandi delle corse a tappe, è declinato piuttosto rapidamente.

Nelle ultime stagioni il ceco è stato sempre più anonimo, e a 35 anni è arrivata la decisione di chiudere con il ciclismo.

Tra i corridori di maggior spicco che lasciano il ciclismo a fine 2021 ci sono anche Nicholas Roche, Paul Martens, Jelle Vanendert, Brent Bookwalter, Nathan Haas, Marcel Sieberg e Jonas Van Genechten. Tra gli italiani di World Tour e Professional smettono Marco Marcato, Manuel Belletti, Eros Capecchi, Fabio Sabatini, Nicola Bagioli e Mattia Frapporti.

La meteora Paulinho e i big che lasciano nel 2022

Anche nella variegata e colorata lista dei corridori che lasciano il ciclismo dopo aver militato nel 2021 in team Continental, non manca qualche nome di spicco. Un corridore che tutti gli appassionati ricorderanno è Sergio Paulinho. Da perfetto sconosciuto, il portoghese arrivò a contendere il titolo olimpico a Paolo Bettini ad Atene 2004, prendendosi un’imprevedibile medaglia d’argento. Paulinho ha poi vissuto qualche altro scampolo di gloria in una carriera di discreto livello, vincendo anche una tappa al Tour de France, ma senza più ripetersi ai livelli dell’Olimpiade.

Dalla categoria Continental arriva anche la notizia del ritiro di Andrea Guardini, un flash al Giro 2012 battendo Cavendish in volata e poi tante vittorie in corse minori in giro per il mondo.

È ben più ricca qualitativamente la lista dei corridori che, con largo anticipo, hanno già annunciato l’addio al ciclismo al termine della stagione 2022. Tra questi spiccano due ex Campioni del Mondo, Alejandro Valverde e Philippe Gilbert, ancora pronti a dare battaglia in quest’ultima stagione di una lunga e ricchissima carriera. Smetteranno anche Alexandre Geniez, Iljo Keisse e Ilnur Zakarin. Per quest’ultimo si tratta di una scelta piuttosto sorprendente, visto che il russo ha solo 32 anni. Dopo aver vissuto un periodo di altissimo livello con la Katusha tra il 2015 e il 2019, Zakarin è però finito sempre più nell’anonimato nelle ultime stagioni vissute tra CCC e Rusvelo. I suoi più grandi risultati sono la il terzo posto alla Vuelta Espana del 2017, la vittoria del Romandia 2015, due tappe al Giro e una al Tour, tutti successi che sembravano preannunciare un futuro ancora lungo tra i protagonisti delle corse a tappe.