Ormai quasi ai nastri di partenza della nuova stagione del Ciclismo professionistico, l’australiano Simon Clarke ha finalmente trovato una squadra per poter continuare la sua carriera. Il 35enne di Melbourne era rimasto a spasso dopo la chiusura della Qhubeka NextHash, con cui aveva disputato la passata stagione, e aveva quasi perso la speranza di trovare una sistemazione di alto livello. Invece sulle sue tracce si è mossa la Israel-Premier Tech, che gli ha fatto firmare un contratto annuale, permettendogli così di correre la sua 14ª stagione nel ciclismo professionistico ancora nella categoria World Tour.
Ciclismo, Clarke alla Israel
Simon Clarke era uno dei nomi più prestigiosi nella lunga lista di corridori lasciati senza squadra dalla chiusura della Qhubeka NextHash. La squadra sudafricana è rimasta senza sponsor e il manager Doug Ryder non ha potuto fare altro che cessare l’attività del team World Tour e continuare solo con la formazione giovanile. Alcuni corridori hanno trovato prontamente altri team interessati a ingaggiarli, ma per molti la ricerca di una nuova sistemazione è stata dura, se non vana.
Tra questi anche Simon Clarke, l’australiano 35enne che non è certo un uomo di secondo piano, vantando nel palmares due vittorie di tappa e la maglia dei Gpm alla Vuelta España, e un podio all’Amstel Gold Race.
Nonostante un curriculum di spessore, Clarke non era finora riuscito ad attirare l’interesse di nessuna squadra e aveva poche speranze di poter continuare a correre. Ormai quasi a metà gennaio, però, è arrivata la Israel-Premier Tech a offrirgli un contratto per il 2022. Clarke ha firmato un accordo annuale ed ha lasciato l’Australia in fretta e furia per raggiungere i suoi nuovi compagni nel ritiro di Girona, in Spagna.
Un eroico Tour de France
Simon Clarke ha confidato a Cyclingweekly che, nonostante il suo carattere forte e determinato, non sperava più in una chiamata da un team della massima categoria del ciclismo. “Se qualcuno mi avesse detto che nella seconda settimana di gennaio una squadra mi avrebbe offerto un contratto nel World Tour, non gli avrei creduto” ha ammesso il corridore australiano, che ha poi ricordato un episodio della sua carriera per far capire quale sia la sua forza di volontà.
“Ero fiducioso, il mio atteggiamento è di non mollare mai. Ho corso diciassette tappe del Tour de France dello scorso anno con una vertebra fratturata. Non sono una persona che si arrende” ha raccontato Clarke.
La storia a cui fa riferimento il neo corridore della Israel risale al Tour de France 2021, quando cadde nella terza tappa. In quell’incidente Clarke riportò una frattura a una vertebra, che però non fu evidenziata subito. Solo dopo la tappa con il Mont Ventoux, la tredicesima della corsa, una TAC rilevò la frattura. Il corridore della Qhubeka non volle però ritirarsi e continuò il Tour fino all’arrivo di Parigi.