Il 2022 non è iniziato nel migliore dei modi per Peter Sagan. Il tre volte Campione del Mondo ha contratto per la seconda volta il Covud-19 ed è in isolamento nella sua casa monegasca. Questo stop imprevisto ha interrotto la sua preparazione in vista dell’inizio della nuova stagione, che lo vedrà impegnato con la nuova maglia della Total Energies, team che non fa parte del World Tour, la massima serie del Ciclismo professionistico.

Il passaggio dalla Bora hansgrohe al team francese, il salto all’indietro dal World Tour alla categoria Professional, è stato interpretato da molti come un ridimensionamento definitivo delle ambizioni di Peter Sagan, che è reduce da un paio di stagioni altalenanti e tra qualche giorno compirà 32 anni.

Peter Sagan: ‘Il 2020 è stato un anno particolare’

La parabola di campione di Peter Sagan ha effettivamente conosciuto un certo declino ultimamente, forse per un calo di motivazioni o per il logorio di un decennio di attività intensa. Nel 2020 il campione slovacco ha vinto una sola corsa, una tappa del Giro d’Italia, e quest’anno ne ha messe a segno cinque, ma senza essere così incisivo negli appuntamenti chiave, come le classiche monumento e i Mondiali.

Sagan ha respinto l’idea che il passaggio ad un team come la Total, che non fa parte dell’elite del ciclismo, sia una sorta di primo passo verso il ritiro. In un’intervista rilasciata a L’Equipe, il tre volte iridato si è detto convinto di poter competere e vincere ai livelli più alti.

“Non mi interessa cosa pensano gli altri. Prestare attenzione a tutto quello che la gente dice di te può essere distruttivo”, ha dichiarato Sagan, che non si è detto preoccupato dall’esiguo numero di vittorie messe a segno negli ultimi anni.

“È vero che nel 2020 ho vinto solo una volta, ma è stato un anno particolare, con la pandemia.

Non credo si possano trarre delle conclusioni”, ha aggiunto il campione slovacco.

‘È più facile in una squadra che sorride’

Peter Sagan ha raccontato di non pensare ancora a quando smetterà di correre, ma ha rivelato che c’è stato un momento nella sua carriera in cui è stato davvero ad un passo da un clamoroso e prematuro addio al ciclismo.

“L’unica volta in cui ho pensato di smettere è stato molto tempo fa, nel 2015, a causa di alcuni problemi al ginocchio e all’anca. Mi ero allenato troppo e non ce la facevo più prima ancora di cominciare la stagione. Poi mi sono preso cura di me stesso e sono tornato. Ho vinto una tappa al Giro di California, poi il Fiandre, la Roubaix, la maglia verde al Tour, i Mondiali… e sono ancora qui”, ha raccontato il corridore della Total.

Sagan ha parlato anche del suo momento attuale, dell’incertezza dovuta alla positività al Covid-19 che rischia di scombussolare tutti i suoi programmi. “Non so dove inizierò la stagione. Visto che sono malato dovrò certamente ritardare. Dipenderà da come mi sento, ma i miei obiettivi restano le classiche di primavera”, ha spiegato il fuoriclasse slovacco, che ha parlato anche del buon ambiente trovato nella sua nuova squadra.

“Bernaudeau ha sempre il sorriso sulle labbra. Parla di risultati, ma soprattutto di piacere e questo è il mio stato d’animo da sempre. Certo, ho delle responsabilità, ma è più facile in una squadra che sorride che in una che si lamenta”, ha concluso Peter Sagan.