Il nome di Gianni Bugno non può lasciare indifferenti gli appassionati di ciclismo italiano. Due volte campione del mondo, Bugno in carriera ha vinto anche una edizione del Giro d'Italia e una Milano-Sanremo. Sin dal suo addio alla carriera da agonista (nel 1998), Bugno è comunque sempre rimasto dentro il mondo del ciclismo, non risparmiando consigli e critiche sul mondo delle due ruote.

Nelle ultime ore l'ex ciclista azzurro ha rilasciato una intervista al Corriere della Sera dove ha parlato dell'estrema timidezza che lo caratterizzava nei primi anni da agonista.

'Provavo vergogna per l'attenzione che avevo intorno a me'

Bugno ha ammesso di aver letto la sua biografia intitolata 'Per non cadere' (scritta da Tiziano Marino) e, mano a mano che andava avanti con le pagine, sono riaffiorati in lui dei ricordi che aveva dimenticato a causa del fatto che fingesse spesso "di non essere un ciclista".

L'ex iridato, infatti, ha ammesso che per la vergogna "mi dicevo: tu sei un camionista". Cosa, questa, che spesso faceva quasi per "sminuirsi". La causa? La sua estrema timidezza, che lo portava a provare vergogna per "l'attenzione che avevo attorno a me".

Pensando a queste caratteristiche, Bugno si è chiesto come sia riuscito a diventare prima un ciclista internazionale e poi un pilota di elicotteri.

L'ex ciclista ha comunque riconosciuto che, in volo e in sella, "mi trasformavo, come i supereroi".

'Nascondevo trofei e fiori nei sacchi della spesa affinché i miei vicini non li vedessero'

La timidezza di Bugno, poi, nasceva anche dalla paura di risultare agli occhi degli altri come uno "sbruffone". A dimostrazione di questo 'blocco', l'ex ciclista ha raccontato di non aver "mai guardato una mia corsa in televisione", così come non ha mai letto un suo articolo o una sua intervista.

Inoltre, Bugno ha anche ammesso di provare "odio" per la sua voce, al punto da "tapparsi le orecchie" ogni qualvolta rivede un suo filmato. Quando era ancora giovane, invece, Bugno ha sottolineato che spesso nascondesse "trofei e fiori nei sacchi della spesa affinché i miei vicini non li vedessero".

Bugno, nel corso dell'intervista, ha poi voluto commentare anche la sua "seconda vita", ovvero quella da pilota di elicotteri. Passione, questa, iniziata in quanto l'ex ciclista provava del fascino per l'elicottero della Rai. Per questo, nel 1995 Bugno ha effettuato il suo primo volo, mentre poi nel 1998 è riuscito a divenire pilota privato. Tre anni più tardi, nel 2001, l'ex ciclista è riuscito anche a diventare pilota commerciale.

Anche l'esperienza da pilota, però, è oramai conclusa. Bugno, nell'aprile del 2020, ha infatti accusato un malore mentre smontava di turno e l'Enac ha scelto di togliergli l'abilitazione.