La Tirreno Adriatico che si è conclusa ieri, 13 marzo, a San Benedetto del Tronto ha incoronato una volta di più Tadej Pogačar come il dominatore assoluto del ciclismo professionistico. Il campione sloveno ha continuato la sua striscia di imbattibilità stagionale, iniziata con l'UAE Tour e proseguita con l'impresa della Strade Bianche. Anche alla Tirreno il fuoriclasse della UAE ha sbaragliato il campo degli avversari con prestazioni straordinarie e una voglia di regalare spettacolo che ha conquistato appassionati e addetti ai lavori del ciclismo.

Nella Corsa dei due mari, Pogačar ha conquistato la tappa di Bellante con un affondo irresistibile negli ultimi 500 metri, ma è nella frazione regina di sabato scorso, che prevedeva la doppia scalata al Monte Carpegna, che il giovane fenomeno sloveno ha regalato una vera impresa da consegnare alla storia del ciclismo.

Pogačar, l'attacco a oltre 30 all'ora

La tappa numero sei della Tirreno Adriatico affrontava per due volte il Monte Carpegna, salita durissima e legata a doppio filo alla storia di Marco Pantani, che qui si allenava.

Pogačar ha atteso un primo forcing di Mikel Landa e poi ha attaccato frontalmente andandosene da solo e scavando velocemente un solco profondo tra sé e gli avversari.

A testimoniare l'eccezionalità della prestazione del campione sloveno sono anche i dati di Velon, la piattaforma che riunisce molte squadre del ciclismo professionistico e fornisce immagini inedite e numeri delle corse. Nel suo attacco sul Monte Carpegna, quando ha staccato tutti gli avversari, Pogačar è salito a una velocità media di 20,1 chilometri orari, toccando una punta di 30,7.

In questo troncone di salita, circa due minuti e mezzo dopo lo scatto, ha sprigionato un wattaggio medio di 470, con un picco di 830.

'Ero veramente a tutta'

A proposito della sua scalata al Monte Carpegna, Tadej Pogačar ha spiegato di non aver mai pensato di accontentarsi di gestire la sua leadership nella classifica generale lasciando il successo di tappa nelle mani degli avversari, soprattutto per valorizzare il lavoro che i suoi compagni di squadra avevano fatto per tutto il percorso.

"Quando i ragazzi lavorano per te per duecento chilometri, con il vento in faccia, è bello vincere" ha dichiarato il dominatore della corsa, che sulla strategia seguita sul Carpegna ha spiegato di aver voluto impostare la sua andatura senza accontentarsi del passo fatto dagli altri.

"Quando Mikel Landa è scattato non mi piaceva il suo cambio di ritmo. Quindi sono partito andando al mio ritmo fino alla vetta. Sono andato un po' in difficoltà per il freddo, ero veramente a tutta" ha raccontato Pogačar.

Il campione sloveno ha messo il sigillo alla sua seconda vittoria consecutiva nella Tirreno Adriatico con questa impresa del Carpegna, lanciandosi verso una primavera di classiche in cui sarà un po' ovunque l'uomo da battere.