Thomas De Gendt, l'uomo delle fughe del ciclismo professionistico, ha vissuto un avvio di stagione quanto mai complicato. L'esperto corridore belga non è riuscito a ottenere buoni risultati e neanche a mettersi in particolare evidenza con le sue ormai proverbiali fughe a lunga gittata, il marchio di fabbrica che identifica il suo modo di interpretare il ciclismo, sempre all'attacco. Oltre che dalla carta d'identità, che segna ormai 35 anni, De Gendt è stato condizionato da una serie di problemi fisici, che non gli hanno consentito di raggiungere una buona forma.

Il corridore della Lotto Soudal ha contratto la Covid-19 e poi ha sofferto per una fastidiosa bronchite, che lo ha costretto a ritirarsi dalla Volta Catalunya, corsa in cui in passato aveva vinto ben cinque tappe.

De Gendt: 'Colbrelli ha contagiato tutto il gruppo'

Alla vigilia del primo atto ufficiale del Giro d'Italia, la presentazione delle squadre in programma domani mercoledì 4 maggio, Thomas De Gendt ha raccontato queste ultime settimane così tormentate in un'intervista concessa al giornale Humo. Il corridore belga ha lanciato una pesante accusa a Sonny Colbrelli, indicandolo come la causa del suo contagio alla Covid-19, riscontrato a inizio marzo.

"Alla Parigi - Nizza, Colbrelli ha contagiato tutto il gruppo.

Ci ha fatto ammalare tutti" ha dichiarato De Gendt, ricordando come il corridore bresciano avesse preso il via della corsa nonostante i problemi di salute e un'evidente bronchite. Colbrelli in quell'occasione si ritirò dopo la prima tappa, conclusa con grande difficoltà e con la febbre, mentre il belga fu costretto all'abbandono al via dell'ultima frazione.

I due si sono poi incontrati nuovamente a fine marzo nella Volta Catalunya, la corsa in cui Colbrelli, al termine della prima tappa, è stato colpito da un arresto cardiaco. De Gendt ha raccontato di essere rimasto molto colpito da quanto accaduto al vincitore della Parigi - Roubaix.

'Non voglio morire facendo ciclismo'

"Se prendi il virus e perdi il 10% della tua capacità polmonare nella vita di tutti i giorni non te ne accorgi nemmeno.

Ma per un atleta fa la differenza. Se continui e arriva al cuore, la tua carriera è finita. Guardate Tim Declercq, c'è arrivato molto vicino. Quando è successo a Colbrelli ho avuto tanta paura" ha testimoniato Thomas De Gendt.

I tanti anni di carriera alle spalle, le tante avventure vissute e i pericoli scampati, hanno portato De Gendt a fare delle riflessioni anche sui rischi del ciclismo professionistico. "Quando sei giovane non pensi che una stupida caduta possa portarti alla morte. Ma dopo 14 anni di ciclismo ho visto morire così tanti corridori che sono consapevole dei pericoli. Cerco di non pensarci quando sono in bicicletta, ma mi resta in testa. Non voglio morire facendo ciclismo" ha dichiarato De Gendt.