L’azione solitaria di Wout van Aert nella quarta tappa è stato il primo momento di spettacolo puro del Tour de France 2022.

Il fuoriclasse della Jumbo Visma ha scompaginato una frazione che pareva inevitabilmente destinata a concludersi con una volata generale. Dopo essere finito al secondo posto nelle due precedenti tappe finite allo sprint, stesso risultato della cronometro d’apertura, van Aert ha però voluto cambiare la storia della corsa, aggredendo il finale di tappa con un’azione prima di squadra e poi individuale.

L'assolo di Wout van Aert

Sulla Cote du Cap Blanc Nez, ultima difficoltà della corsa, la Jumbo ha imposto un forcing rabbioso con Van Hooydonck e Benoot, spianando la strada all’assalto finale di van Aert. Il campione belga è riuscito a staccare tutti con un’azione devastante e nel finale ha respinto la rincorsa del gruppo pedalando come in una cronometro individuale.

Se non bastasse l’impressione visiva dello strapotere della maglia gialla, si possono analizzare anche una serie di dati per capire quanto sia stato eccezionale il numero che ha deciso la corsa.

Van Aert ha distrutto il record di scalata della salita du Cap Blanc Nez, detenuto da Julien Antomarchi, che aveva stabilito su Strava il KOM in 2’03’’.

Il campione belga è invece salito con un tempo di 1’46’’, ad una velocità media di 32,3 chilometri orari su una salita al 7,5% di pendenza.

Ciclismo, otto chilometri orari più di Jakobsen

La differenza scavata da Wout van Aert rispetto al resto del gruppo è risultata subito molto ampia ed è testimoniata anche dalle medie orarie tenute dagli altri campioni del Tour de France.

Adam Yates, che è stato tra gli ultimi a staccarsi, è salito a 30,3 chilometri orari, mentre il due volte vincitore del Tour Tadej Pogacar ha sviluppato una media di 29,2. Un velocista puro come Fabio Jakobsen ha invece superato la salita a 24 all’ora.

Davvero notevoli sono anche i dati della prestazione di van Aert nell’ultimo tratto di corsa.

Il campione della Jumbo Visma è riuscito a rilanciare subito la sua azione dopo lo scollinamento, evitando così di dare al gruppo l’opportunità di recuperare. Van Aert ha pedalato gli ultimi 15 chilometri, comprensivi della salita, a 54,3 chilometri orari di media, mentre dalla cima della salita al traguardo è volato a 62 all’ora.

'La maglia gialla mette le ali'

“Non volevo correre il rischio di uno sprint di gruppo”, ha commentato Wout van Aert al termine della tappa.

“Abbiamo sentito che la nostra azione ha provocato molti danni in gruppo, poi ho continuato a tutta verso la cima, anche se ho pensato un attimo se rimanere con Vingegaard e Yates. Ma sono andato a tutta e ho anche messo i compagni in una buona posizione, perché non dovevano pensare all’inseguimento, ecco perché ho deciso di andare da solo”, ha spiegato van Aert, aggiungendo infine che “la maglia gialla mette le ali”.