Tre mesi dopo la sua ultima apparizione da corridore professionista, Tom Dumoulin ha aperto il suo cuore in un'intervista concessa al giornale olandese NRC. Il vincitore del Giro d'Italia 2017 ha deciso di chiudere la carriera ad appena 31 anni, dopo un lungo periodo di alti e bassi psicologici. L'ex campione olandese si era preso una prima pausa dal Ciclismo all'inizio del 2021, per poi decidere di tornare in gruppo e vincere un'insperata medaglia d'argento alle Olimpiadi di Tokyo. L'insofferenza di Dumoulin alla vita del ciclista è però diventata insostenibile, tanto da portare il corridore della Jumbo-Visma ad annunciare il ritiro dall'attività a fine 2022 e poi ad anticiparlo già in agosto.

Tom Dumoulin: 'Non ho mai sognato una carriera da professionista'

Tom Dumoulin ha vissuto questo addio al ciclismo come una liberazione. In questi tre mesi il 31enne olandese ha iniziato una sorta di percorso alla ricerca di se stesso e di un nuovo equilibrio psicofisico. Dumoulin ha viaggiato molto, si è fatto vedere in Australia durante i Mondiali di ciclismo e poi ha visitato le isole Fiji e il Costa Rica nelle sei settimane successive. L'ex campione ha anche in programma di andare sull'Himalaya in mountain bike insieme all'ex compagno di squadra Bram Tankink.

Nell'intervista, Tom Dumoulin ha raccontato di essere arrivato al ciclismo quasi per caso, intorno ai quindici anni. "Avevo bisogno dello sport come sfogo.

Quando ho iniziato a pedalare ho scoperto che mi piaceva, ma non ho mai sognato una carriera da professionista", ha ricordato il vincitore del Giro 2017, che immaginava il suo futuro nelle vesti di medico. Grazie alle innate doti fisiche, Dumoulin ha però ottenuto rapidamente i primi risultati importanti, soprattutto nelle gare a cronometro, e questo lo ha portato a diventare uno dei giovani talenti più in vista del ciclismo olandese.

'Il Tour 2020 è stato terribile'

Da qui è arrivato il grande passo verso il ciclismo professionistico, la vittoria accarezzata a lungo e sfumata nell'ultima tappa nella Vuelta 2015, la medaglia olimpica a Rio, il trionfo al Giro d'Italia e il titolo iridato nel 2017. Il 2018 è stato ancora un anno di grandi successi per Dumoulin, con i podi a Giro e Tour, ma qualcosa ha iniziato a incrinarsi nella sua testa.

"È stato un anno al top per i risultati, ma non mentalmente. Andare in bici è stato stressante. Ho continuato a correre ad alti livelli perché ho bloccato tutto quello che potevo bloccare, ma questo mi ha esaurito", ha ammesso Tom Dumoulin.

Un incidente avvenuto al Giro 2019 ha peggiorato ulteriormente la situazione psicofisica di Dumoulin, che è stato costretto a due operazioni e non è tornato a correre nel prosieguo della stagione. Il cambio di squadra, dalla Sunweb alla Jumbo-Visma, non ha portato benefici al campione olandese, che ha ammesso di aver vissuto un momento particolarmente difficile durante il Tour de France 2020, in pieno periodo Covid: "È stato davvero terribile, odiavo così tanto andare in bici.

Eppure sono stato in grado di aiutare la squadra e di arrivare settimo. Non capisco come sia stato possibile".

'Il fuoco si è spento'

Il 31enne olandese si è quindi preso una pausa di qualche mese all'inizio del 2021, ma si è rimesso in forma per le Olimpiadi di Tokyo, in cui ha vinto una medaglia d'argento nella cronometro. Il periodo di ritrovato equilibrio è stato però di breve durata. Il 2022 è stato ancora un anno tormentato per Tom Dumoulin, che si è ritirato dal Giro d'Italia e ha annunciato di voler chiudere la carriera dopo i Mondiali di settembre in Australia. Il corridore della Jumbo, ormai mentalmente svuotato, ha poi anticipato il ritiro, facendo l'ultima apparizione in gruppo alla Classica di San Sebastián di fine luglio.

Dumoulin ha esternato tutta la sua insofferenza per la vita che impone il ciclismo di alto livello: "Il ciclismo è diventato così professionale e gli interessi così grandi. Gli allenamenti sono diventati sempre più strutturati e questo non si adatta bene alla persona che sono. Il fuoco si è spento, non sento più il bisogno di spingermi al limite. Voglio essere diverso nella vita, per me e per le persone che ho intorno, connettermi con gli altri".

Questo lungo periodo di tomenti interiori ha portato l'ex campione a farsi molte domande, sia sul piano personale che sul mondo del ciclismo in generale: "Lo sport di alto livello è bello, ma devi essere un po' folle nella tua testa per continuare a lungo".

"Penso che quasi tutti i corridori al top abbiano qualcosa che non va. Mi chiedo se è uno stile di vita sano mettere da parte tutta la tua vita. Per me è stato fin troppo, non lo farò più. Io ho sempre pensato a cos'altro c'era nella vita, ma la maggior parte dei miei compagni non lo capiva. Vedevo il ciclismo come un sacrificio, per poi poter fare una vita normale in seguito. Forse non ero la persona giusta per fare il corridore professionista per quindici anni. Ecco perché ho finito dopo undici", ha dichiarato Tom Dumoulin.