Davide Cassani (ex commissario tecnico della nazionale) è intervenuto con un articolo sul quotidiano online Tuttobici per parlare delle situazioni che avrebbero portato al ritiro dal ciclismo agonistico di Mattia Petrucci e Gabriele Benedetti, entrambi classe 2000.
Le riflessioni di Davide Cassani sul ciclismo
L'ex commissario della Nazionale Italiana di ciclismo ha parlato di "fuoco sacro" riferendosi alla spinta che porta "un'atleta a gareggiare, soprattutto contro se stessi, mettendosi sempre in discussione".
Davide Cassani parlando della vicenda che ha portato al ritiro dal professionismo i due atleti ventiduenni Gabriele Benedetti e Mattia Petrucci ha sottolineato che "i due atleti hanno affermato che in questo modo non si sarebbe potuto continuare e questa non credo sia una bella situazione".
Secondo Cassani "occorre necessariamente fare qualcosa, modificare il concetto di sport ed agonismo, non possiamo chiedere solo di raggiungere le medaglie così come un orto non può produrre solo pomodori senza aver seminato, cosi avviene nello sport".
L'opinione dell'ex commissario sulla situazione è molto netta: "Qui si parla di fughe dal ciclismo, due ragazzi sono fuggiti da una loro passione".
Cassani ha aggiunto che "forse è la pressione dei professionisti che arriva sui ragazzi prima che siano pronti per sopportarla; lo sport va spiegato e coltivato come una piantina, servono cure quotidiane".
L'opinione sul percorso che porta all'agonismo secondo Davide Cassani
L'ex allenatore della Nazionale di ciclismo ha commentato il percorso che porta gli atleti a diventare professionisti esponendo che "è difficile credere che dei ragazzi arrivino al professionismo e mollino tutto; ho come l'impressione che molti arrivino all'agonismo esausti e logori dalle pressioni che possono ricevere sia in famiglia sia dall'esterno".
Secondo Davide Cassani "qualcosa non quadra: quando ero giovane non vedevo l'ora di andare in bicicletta ma non ho mai ricevuto pressioni da mio padre, gli andava bene qualsiasi cosa facessi, perchè mi vedeva che ero felice".
Nel suo articolo l'ex commissario tecnico afferma che "i giovani d'oggi sono alberi soggetti a venti di qualunque tipo ed ogni tempesta come se fossero delle tentazioni: ma un albero resiste, una piccola pianta non riuscirebbe. Per questo dobbiamo proteggere i nostri giovani, farli mettere le radici".
Davide Cassani conclude facendo i complimenti comunque ai due ragazzi per la loro scelta: "gli faccio i complimenti perchè hanno voluto ascoltare loro stessi e non gli altri, scegliendo da soli, spero che abbiano fatto la cosa giusta".