La crescita del settore femminile è una delle più interessanti novità del ciclismo su strada negli ultimi anni. Da movimento marginale ed emarginato, con poche corse sparse qua e là, squadre con scarsi mezzi e atlete senza nessuna garanzia economica, il Ciclismo femminile ha fatto passi da gigante su tutti i fronti. L'attività è stata strutturata con un'organizzazione sulla falsariga di quella degli uomini, con l'avvento del World Tour. Molte squadre del ciclismo maschile hanno aperto anche una formazione per le donne e gli organizzatori delle corse più prestigiose hanno fatto altrettanto, dando un'esposizione mediatica inedita che ha portato alla crescita di tutto il settore.
Ciclismo, Lefevere: 'Vandenbulcke correva per 250 euro'
Nonostante le nuove possibilità portate da questa rivoluzione e l'innalzamento del livello tecnico, il mondo del ciclismo femminile resta un cantiere aperto con un potenziale ancora da esplorare e tanti problemi da risolvere.
In un intervento al giornale belga Krant van West-Vlaanderen, il team manager della Soudal - Quick-Step Patrick Lefevere ha parlato delle contraddizioni di questa crescita del movimento femminile, avvenuta forse in modo troppo frettoloso. Il manager fiammingo ha lanciato un team legato alla sua storica squadra maschile, la AG Insurance - Soudal Quick-Step, che però non fa parte della massima categoria del ciclismo femminile, il World Tour.
Lefevere ha spiegato di aver conosciuto la situazione del movimento rosa parlando con alcune atlete durante una festa: "Ho capito quanto il ciclismo femminile fosse marginale in quel momento. Jesse Vandenbulcke era già stata campionessa belga, aveva 27 anni, un figlio e correva per 250 euro al mese. Ho deciso che dovevo fare qualcosa".
'Il ciclismo femminile viene spinto artificialmente'
Da lì il manager della Soudal - Quick-Step ha messo insieme tutti i pezzi per costruire la sua prima squadra femminile. Il team si chiama AG Insurance - Soudal Quick-Step ed è registrato come squadra continental. Nonostante questo progetto, Lefevere ha parlato in maniera molto critica di alcuni aspetti del ciclismo femminile e di questa crescita così improvvisa.
"Credo nel suo potenziale, ma attualmente il ciclismo femminile viene spinto artificialmente", ha criticato il manager belga, spiegando che le atlete che finora non guadagnavano quasi nulla ora percepiscono degli stipendi gonfiati rispetto al loro valore tecnico.
"Il salario minimo nel World Tour è di 60.000 euro annui, è lo stesso per gli uomini e per le donne. Non va bene, ci sono atlete che non valgono affatto quei soldi. Al Tour de France dello scorso anno hanno dovuto aumentare il tempo massimo perché altrimenti metà del gruppo sarebbe finito fuori corsa. Non si possono pagare 60.000 euro per atlete che non riescono a finire le corse", ha commentato Patrick Lefevere, spiegando che le atlete di punta che possono valere quelle cifre sono ancora troppo poche.