Il mondo del ciclismo professionistico si appresta ad aprire uno dei suo palcoscenici più prestigiosi e affascinanti. Il 25 febbraio inizia la campagna di classiche del nord, le corse sul pavé tra stradine di campagna e muri, gare spietate in cui gli imprevisti sono dietro ogni curva. Il programma si apre con la Het Nieuwsblad, una classica che spesso è stata denominata "il piccolo Giro delle Fiandre", perché riprende, seppure su un percorso ridotto e meno impegnativo, tutte le caratteristiche tecniche peculiari della Ronde. Per avvicinarsi a questo appuntamento, sempre molto sentito in Belgio, il giornale organizzatore della corsa, l'Het Nieuwsblad, ha incontrato uno dei più grandi specialisti delle classiche sul pavé, Tom Boonen.
Ciclismo, niente Het Nieuwsblad per Boonen
Boonen è stato un vero fuoriclasse del Ciclismo, ma soprattutto delle classiche con il pavé. Il fiammingo ha vinto tre volte il Giro delle Fiandre e quattro la Parigi-Roubaix, oltre ad aver conquistato anche la Gand-Wevelgem, Harelbeke e tutte le altre corse della campagna del nord. Tutte, tranne una, proprio la Het Nieuwsblad, la classica che da tanti anni segna l'apertura della stagione del ciclismo in Belgio. Tom Boonen l'ha sfiorata tante volte, ma senza riuscire a farla sua. L'ex campione del mondo è salito per quattro volte sul podio, secondo nel 2005 e nel 2012, terzo nel 2007 e nel 2015.
Boonen fu grande protagonista anche nel 2003, ad appena 22 anni, alla sua prima stagione in maglia Quick-Step.
La corsa si chiamava allora Het Volk e vide una netta supremazia della Quick-Step. Lo squadrone belga si trovò con ben quattro corridori nel gruppetto selezionato dai vari muri disseminati sul tracciato. Insieme a Boonen c'erano anche Paolo Bettini, il compianto Frank Vandenbroucke e Johan Museeuw, leader carismatico del team.
'Nel 2003 fui incastrato da Johan Museeuw, ma non mi arrabbiai'
Nell'intervista concessa a Het Nieuwsblad, Tom Boonen ha raccontato come andò quel finale di corsa, svelando un retroscena emblematico sulla personalità di Museeuw. In quella prima classica della stagione, il vecchio campione volle mettere subito in chiaro le gerarchie rispetto al nuovo e ambizioso arrivato.
Museeuw chiese a Tom Boonen di scattare per cercare di approfittare della superiorità numerica della squadra e incastrare così gli avversari. Il giovane Tom rispettò l'ordine del leader storico della Quick-Step, partì all'attacco ma fu subito inseguito da Max van Heeswijk, olandese della Us Postal. Subito dopo fu il turno di Museeuw di scattare, ma nessuno reagì.
Il belga andò così a vincere in solitudine la Het Volk, mentre Boonen si dovette accontentare del quinto posto, il primo di una lunga serie di piazzamenti e delusioni in questa classica. Boonen ha spiegato che il consiglio di scattare di Museeuw era in realtà un inganno, un modo per incastrarlo e toglierlo dai giochi per la vittoria.
"Lo capii subito: Johan aveva parlato con Max Van Heeswijk", ha raccontato l'ex campione del mondo, svelando l'accordo preso dal suo capitano con un avversario. "È stata la prima e ultima volta che mi sono lasciato incastrare. Ma no, non mi sono arrabbiato per questo", ha dichiarato Tom Boonen, che ha sempre avuto un rapporto di grande rispetto e stima per Museeuw.