Nella giornata di martedì 14 febbraio 2023 viene ricordato l'amatissimo Marco Pantani, il campione del cuore di Vincenzo Nibali e di tutti gli appassionati di ciclismo. Durante la giornata dedicata al ricordo del pirata, la mamma Tonina ha voluto parlare del figlio in un'intervista al Corriere dello Sport, spiegando con commozione chi era il suo bambino prima di diventare il grande campione su due ruote.

L'intervista alla madre di Marco Pantani: "Marco era davvero un burlone"

La madre di Marco Pantani ha voluto ricordare le passioni del figlio prima della sua avventura agonistica: "Marco era un burlone, lo vedevo poco a casa, già da piccolino gli piaceva molto pedalare."

Il pirata, racconta la madre, "pedalava per passione, per divertimento, per lui era un gioco e quando non usciva stava in cantina a provare a montare le cose."

L'inizio della passione di Marco Pantani, secondo la madre, derivava dal fatto che "un giorno aveva visto i suoi amici pedalare nel gruppo sportivo e così ha deciso di farlo anche lui con il gruppo Fausto Coppi seguendoli con la mia bicicletta da donna; quando è tornato era stanchissimo ma soddisfatto della sua nuova avventura".

La madre Tonina parla di Marco Pantani come di una persona educata, sempre a posto, gentile con chiunque; dalle sue parole traspare l'affetto per il figlio ma anche un grande rispetto per lo sport che aveva scelto.

Le parole della madre di Pantani sul mondo del ciclismo

La madre racconta di come il figlio un giorno le disse di voler smettere perchè lo sport gli sembrava cambiato: "Marco voleva sempre di più dal suo impegno, ha avuto molti incidenti ma non ha mai voluto allontanarsi dal ciclismo; un giorno però si avvicinò e mi disse che voleva smettere di correre per sempre. Gli risposi se era impazzito, dati tutti i sacrifici che aveva fatto per il suo sogno. Ma lui mi rispose che non era più lo sport di cui si era innamorato.

Oggi ho capito di cosa parlava".

La madre continua il suo racconto con delle parole pesanti ma mirate: "Uno dei sogni di mio figlio era quello di formare una squadra di 1000 bambini per insegnare loro ad andare in bicicletta. Lui non lo ha fatto, ma io ci ho provato. Però dopo 12 anni di impegno ho dovuto lasciare questa strada".

Secondo la madre di Marco Pantani "la colpa non è certo dei bambini, ma è totalmente dei genitori; quando vedi un genitore che mette del caffè nelle borracce dei propri figli ti rendi conto che il ciclismo è ormai destinato a morire. C’è un’idea della competitività esagerata quando i bambini dovrebbero semplicemente divertirsi".