Auguri a Gianni Motta! L'ex campione di Ciclismo taglia lunedì 13 marzo il traguardo dell'ottantesimo compleanno. Motta è stato uno dei grandi protagonisti del ciclismo a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, vittorioso in corse a tappe e classiche, un talento straordinario che però chiuse la carriera abbastanza presto.

Nato a Cassano d'Adda durante la Seconda guerra mondiale il 13 marzo '43, cominciò a pedalare da ragazzino per andare a lavorare a Milano nell'industria alimentare Motta, dove decorava dolci. Durante quelle pedalate fu notato da un corridore che lo segnalò alla Molteni, una delle squadre più in vista dell'epoca.

In breve, Gianni Motta cominciò a vincere a ripetizione nelle categorie giovanili, guadagnandosi il passaggio nel ciclismo professionistico.

Ciclismo, la vittoria di Gianni Motta al Giro '66

Motta passò professionista nel 1964 ad appena 21 anni con la Molteni. Già in quella prima stagione si mise in luce vincendo una tappa al Giro d'Italia e il Giro di Lombardia, ed evidenziando le sue doti di campione scattante, forte sia in salita che allo sprint. L'anno successivo, però, il corridore lombardo fu vittima di un incidente che lo condizionò per il resto della carriera. Dopo una caduta al Giro di Romandia, in Svizzera, una macchina gli passò con una ruota sul ginocchio.

Motta tornò a correre, apparentemente senza problemi, e al Tour de France di quella stessa stagione concluse terzo, dietro a Gimondi e Poulidor.

Il '66 fu il suo momento d'oro con la vittoria al Giro d'Italia, dominato con una classe straordinaria davanti a Zilioli e Anquetil. Sempre nel '66 vinse anche il Giro di Romandia e la Tre Valli Varesine.

"Tra me e Gimondi c'era rivalità e non solo", ha ricordato Gianni Motta parlando a La Gazzetta dello Sport in occasione dell'ottantesimo compleanno.

"Il Giro del '66 lo vinco contro Gimondi e contro i suoi tifosi: mi hanno insultato dall'inizio alla fine. Un altro avrebbe mollato, io non sono quel tipo", ha raccontato l'ex campione.

Il declino e l'addio al ciclismo

Dopo quel periodo di straordinarie vittorie per Motta iniziò però un veloce declino, provocato da quell'incidente avvenuto al Romandia.

Il campione cominciò un lungo giro tra esami e consulti di medici, arrivando solo nel 1970 a scoprire un'occlusione all'arteria della gamba sinistra. Dopo un'operazione Motta tornò a correre, ma senza più lo spirito e le motivazioni di un tempo.

"Non c'ero più con la testa, avevo già pensato al futuro", ha spiegato l'ex campione, che aveva avviato un'attività tessile. Eppure, anche in quest'ultima parte della carriera, Gianni Motta riuscì a lasciare il segno vincendo delle classiche come il Giro dell'Appennino e il Giro dell'Emilia, tappe al Giro d'Italia, e arrivando secondo nella Milano-Sanremo del '72.

La chiusura dell'attività agonistica arrivò nel '76, a 33 anni, ma ancora oggi Motta non disdegna di pedalare in bici e sarà presente anche al prossimo Giro d'Italia come ambasciatore di uno degli sponsor della corsa.