Dodici partecipazioni, due secondi posti e un totale di nove piazzamenti nella top ten. È lo score di Peter Sagan alla Milano-Sanremo, la classica che per un motivo o per l'altro è sempre rimasta un tabù. All'arrivo nel ciclismo professionistico, in molti avevano pronosticato per il campione slovacco un filotto di vittorie nella Classicissima di Primavera. In effetti la corsa sembrava costruita su misura per le caratteristiche di Sagan, e la sua esuberanza atletica lasciava immaginare un predominio difficile da contrastare. Invece, la Sanremo è sempre sfuggita al tre volte iridato, per qualche errore tattico suo e delle squadre in cui ha militato, forse per la mancanza di un po' di killer instinct nei momenti decisivi o solo per quel sottile equilibrio che divide la fortuna dalla sfortuna e che gioca un ruolo chiave in una corsa come la Classicissima.
Peter Sagan: 'Può succedere di tutto'
Così Peter Sagan è arrivato alla sua ultima Milano-Sanremo, quella di sabato 18 marzo, senza aver mai messo le mani sulla corsa e con ormai poche chance di rompere il tabù. Il campione slovacco ha annunciato da tempo che questa sarà la sua ultima stagione nel Ciclismo World Tour, e non appare più così competitivo da rientrare nel novero dei favoriti in questa sua ultima partecipazione.
Tuttavia, la Sanremo è una corsa che può riservare sorprese, e Sagan, nel suo solito modo di fare tra il serio e il faceto, non ha nascosto di avere ancora la speranza di tirare fuori un jolly. "È una corsa difficile da vincere per me, ma per fortuna sabato ho un'altra occasione.
Se posso vincere? Vedremo. Dipende dall'andamento della corsa e dalla mia condizione. Può succedere di tutto, non si sa mai" ha dichiarato Peter Sagan lanciando poi l'ennesima battuta. "Se vinco mi ritiro subito. No, è uno scherzo, comunque aspettiamo sabato" ha giocato il tre volte iridato.
'La Sanremo si decide in una frazione di secondo'
Per raccontare il suo rapporto controverso con la Classicissima, Peter Sagan ha ricordato la Milano-Sanremo del 2017, quando arrivò secondo dietro a Michal Kwiatkowski. Il fuoriclasse slovacco, in maglia iridata e al culmine della carriera, fu il mattatore della corsa. Sagan lanciò l'attacco decisivo sul Poggio, seguito da Kwiatkowski e Alaphilippe, e tirò quasi ininterrottamente fino al traguardo dove fu battuto per pochi centimetri dal polacco.
Nelle dichiarazioni del dopo corsa, Sagan si scrollò di dosso con apparente noncuranza il dispiacere di aver perso quella grande occasione, ma ora ha ammesso quanto fu pesante digerire quel secondo posto.
"Quella sconfitta mi ha fatto molto male, lo ammetto. Mi sentivo molto forte quel giorno" ha dichiarato Peter Sagan, che ha dato la colpa della sua condotta di gara un po' scriteriata all'ammiraglia del suo team, la Bora hansgrohe. "Mi hanno dato delle informazioni sbagliate dalla radio della squadra, per questo ho fatto un errore e una scelta tattica sbagliata. La Milano Sanremo si decide in una frazione di secondo, non hai una seconda possibilità per vincere la corsa. Al Fiandre se sei il più forte vinci abbastanza facilmente, la Sanremo è più una lotteria in cui tutto si decide negli ultimi cinque chilometri. Se sbagli non c'è tempo per rimediare" ha raccontato Peter Sagan.