Intervistato dal Corriere della Sera, il famoso ex ciclista Giuseppe Saronni ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni riguardanti le vittorie della "seconda giovinezza" del rivale di sempre Francesco Moser; secondo Saronni "ha sfruttato alcune metodologie mediche che solamente lui poteva permettersi".

La rivalità tra Giuseppe Saronni e Francesco Moser

Nell'intervista Giuseppe Saronni ha parlato della rivalità con Moser: "Francesco parla sempre di una sfida tra un montanaro che zappava la terra ed un borghese di Milano, ma io sono di Buscate, in periferia, in piena campagna.

Mio padre guidava il bus di linea e mia mamma stava a casa, io ed i miei tre fratelli vivevamo tutti con un solo stipendio".

Saronni ha continuato: "Quando avevo tra i 13 ed 17 anni ho vinto circa 150 corse, sia in strada che cross; vincevo tubolari e pantaloncini, ma anche caschetti in cuoio, molto importanti perchè in questo modo potevo non chiedere soldi ai miei genitori per comprarli. Sono divenuto professionista a diciannove anni, era una cosa molto rara a quei tempi".

"Il ciclismo era ruspante e favoloso, chi finanziava era un gruppo di industriali che seguivano poi le corse, non come oggi che tutto è in mano a fondi di investimento", così Giuseppe Saronni ha commentato il momento attuale del Ciclismo.

La critica sulle prestazioni di Moser

Saronni ha voluto commentare anche le vittorie della "seconda giovinezza" di Francesco Moser: "Secondo Francesco io ho gareggiato solo per tre o quattro anni, ma in realtà ho vinto venti corse all'anno per circa sei stagioni consecutive, inoltre ho un giudizio personale sulla seconda giovinezza di Moser".

Incalzato dal giornalista, Saronni ha continuato affermando che: "Francesco verso fine carriera è stato il primo ed allora l'unico ad utilizzare alcune pratiche scientifiche che aveva in modo esclusivo. Per esempio la bici con cui ha superato il Record dell'Ora è stata poi resa vietata perchè troppo vantaggiosa".

Saronni ha poi sottolineato che "Francesco ha sfruttato alcuni metodi medici che il professor Conconi gli offriva in esclusiva, mentre io e gli altri corridori i suoi vantaggi gli abbiamo solo subiti".

All'epoca di Francesco Moser, come sottolineato anche dall'intervistatore, le pratiche di trasfusione di sangue erano consentite, mentre oggi sono considerate doping e punite con la squalifica.

Saronni ha voluto concludere evidenziando che "Vincevo anche negli scontri in televisione, lui era goffo ed impacciato, io pronto e con la battuta tagliente, forse è questo che non ha mai digerito; alla fine i nostri caratteri erano diametralmente opposti".