Alberto Contador non ha mai nascosto il suo amore per il Giro d'Italia. L'ex campione spagnolo ha partecipato per tre volte alla corsa rosa e ha sempre concluso da trionfatore, anche se la vittoria dell'edizione 2011 fu poi revocata per una positività al clenbuterolo riscontrata nella stagione precedente. Contador debuttò al Giro nel 2008, decidendo all'ultimo momento di partecipare senza una preparazione specifica e accurata. Il campione fu accolto come un idolo in Italia, trovò la condizione migliore strada facendo e concluse la corsa in maglia rosa.
Da allora Contador ha sempre avuto parole speciali per il Giro, tornando poi a correrlo nel 2011 e nel 2015, il suo ultimo successo in una grande corsa a tappe.
Contador: 'Al Giro si può rompere il copione'
Parlando al media spagnolo specializzato in ciclismo Diario del Triatlón, Alberto Contador ha dichiarato una volta di più la sua passione per il Giro d'Italia, ricordando anche alcuni aneddoti sulle sue tre presenze alla corsa rosa. "Il Giro d'Italia è la corsa più bella perché ha un percorso che ti permette di rompere il copione. Parliamo di salite, molte sopra il 10%, dove il lavoro di squadra non incide più di tanto. Il meteo gioca un ruolo importante, ci sono giornate di pioggia, giornate di caldo umido e questo significa che ogni corridore può fare la differenza", ha dichiarato Contador.
L'ex campione ha spiegato che il Giro d'Italia è molto diverso rispetto al Tour de France e alla Vuelta a España. "Il Giro è stata una corsa che mi è sempre piaciuta. C'era molta tensione e pressione per me, ma un po' meno che al Tour de France. Al Giro ci sono tappe più epiche, alla vecchia maniera. Quest'anno ci sono undici tappe vicine o superiori ai 200 km, tre tappe superano i 5.000 metri di dislivello che è veramente pazzesco e si corrono tanti rischi, perché nel mese di maggio c'è freddo e neve", ha commentato Alberto Contador, ricordando che al Giro d'Italia "incidono maggiormente le capacità di recupero, se hai una giornata storta non persi quaranta secondi ma dieci minuti".
Ciclismo, 'La tappa di Gardeccia fu selvaggia'
Per spiegare meglio le difficoltà del Giro d'Italia, Contador ha ricordato un episodio avvenuto al Giro d'Italia 2011, nella tappa di Gardeccia. In quella frazione dolomitica, il gruppo affrontò un percorso durissimo, con le salite del Giau, della Marmolada e l'arrivo all'ombra delle Torri del Vajolet.
Contador ha ricordato di aver vissuto una giornata molto difficile fin dalle battute iniziali e di aver dovuto attingere a tutte le sue risorse.
"Fu una tappa selvaggia, dopo una trentina di chilometri ero già rimasto solo con Jesús Hernández e ci siamo detti 'ma cosa ci aspetta oggi?'. Quel giorno ho preso sedici gel perché era difficile mangiare a causa del freddo e perché ero solo. Nibali mi ha attaccato, mi ha dato una mano Rujano sulla Marmolada, poi mi sono ripreso alla fine. Al Giro ci si possono fare alleati, è una delle poche corse dove succede, ma quella tappa è stata una violenza con più di seimila metri di dislivello", ha raccontato Alberto Contador.