Il trionfo al Giro d'Italia ha consacrato ancora di più Primož Roglič tra i grandi protagonisti del Ciclismo mondiale. Il campione sloveno ha conquistato la sua quarta grande corsa a tappe, secondo solo a Chris Froome tra i corridori in attività. Al palmarès di Roglič vanno aggiunte anche le vittorie in tutte le corse a tappe di una settimana, a eccezione del Giro di Svizzera, un oro olimpico e una classica monumento, la Liegi-Bastogne-Liegi. Eppure la storia tra il 33enne sloveno e il ciclismo non è stata un percorso semplice e scandito da passaggi e salti di categoria tradizionali.

Roglič ha iniziato a correre in bici molto tardi, dopo aver praticato ad alti livelli il salto con gli sci, disciplina di cui è stato campione del mondo juniores a squadre nel 2007.

Hauptman: 'Volevo sbarazzarmi di Roglič'

Dopo un infortunio Primož Roglič ha cominciato a pedalare e a scoprire la passione per il ciclismo, tanto da lasciare lo sci e buttarsi con grande determinazione in questa nuova avventura. A 23 anni, il futuro campione olimpico, si presentò dall'ex professionista Andrej Hauptman, che gestiva le formazioni giovanili del Team Radenska. Hauptman lo squadrò per poi bocciare senza pietà i suoi sogni di gloria. "Mi disse che aveva lasciato lo sci, aveva scoperto il ciclismo e voleva diventare un professionista.

Io pensavo che fosse impossibile, ma lui insisteva", ha ricordato l'ex corridore, che cercò di smontare definitivamente le ambizioni del giovane Roglič.

"Volevo sbarazzarmene. Gli dissi che doveva comprarsi la bicicletta, la licenza, e che gli sarebbero serviti 5.000 euro. La sua risposta fu che cercava lavoro come magazziniere in un supermercato della sua città", ha raccontato Hauptman, che rimase stupito dalla determinazione dell'aspirante professionista.

Ciclismo, i test impressionanti di Roglič alla Adria Mobil

Dopo un po' di tempo il giovane Primož Roglič contattò nuovamente Hauptman. "Mi ha telefonato e mi ha detto 'ciao, sono Primož Roglič, ti ricordi di me? Con il lavoro ho guadagnato 5.000 euro e comprato la bici da corsa per gareggiare'" ha raccontato Hauptman, che a quel punto mise alla prova l'ambizioso e determinato corridore.

"Si presentò con la sua bicicletta, una Wilier che pesava un chilo in più rispetto a tutte quelle degli altri corridori. Ricordo che cadeva sempre, non sapeva come mangiare in bici, era un disastro, da dilettante non ha vinto grandi corse", ricorda l'ex corridore sloveno.

Nonostante quegli inizi difficoltosi, Primož Roglič non tardò a mettere in mostra il suo potenziale e ottenne di fare una prova con la squadra professionista Adria Mobil. "Ha fatto dei test impressionanti e lo abbiamo ingaggiato. Ha fatto due anni con noi, ricordo che per lui ogni corsa era come una finale", ha raccontato Bogdan Fink, il manager della Adria Mobil.