La settima tappa del Giro d'Italia, quella che il 12 maggio ha portato il gruppo all'arrivo in salita del Gran Sasso, ha lanciato alla ribalta un terzetto di corridori poco conosciuti.
Davide Bais, Simone Petilli e Karel Vacek hanno approfittato dell'immobilismo del gruppo per guadagnare un grande vantaggio e giocarsi, in maniera inattesa, la vittoria. A cogliere questa opportunità forse unica è stato Bais, ma anche Vacek ha concluso questa giornata da vincitore morale.
Vacek: 'Volevo lasciare il ciclismo'
Il giovane corridore ceco del Team Corratec ha raccontato la sua storia nel dopo corsa, dai successi nelle categorie giovanili al pensiero di lasciare definitivamente il Ciclismo non appena passato tra i professionisti.
"Sono stato in crisi per quattro o cinque anni e volevo persino smettere con il ciclismo. Quindi questo secondo posto è molto positivo per me", ha raccontato Vacek.
"In realtà non avevo nemmeno in programma di fare il Giro d'Italia, quindi sono contento di questo secondo posto, per me è come una vittoria personale. Voglio vivere come un vero professionista, questo è un sogno che si avvera. Non riesco ancora a credere a quello che ho fatto qui", ha continuato Karel Vacek.
'Non aveva rispetto per gli avversari'
Il 22enne corridore ceco è coetaneo di Remco Evenepoel, e si ricorda bene delle sfide con il belga ora campione del mondo. Nel 2018 Evenepoel era da poco approdato al ciclismo dopo aver lasciato il calcio.
Il suo inizio di carriera in bici fu a dir poco clamoroso, con vittorie a ripetizione dopo lunghe fughe solitarie e distacchi di minuti e minuti sui malcapitati avversari.
Uno dei pochi a riuscire nell'impresa di battere Evenepoel in quella stagione fu proprio Karel Vacek. Al Giro di Lunigiana, una delle più importanti corse della categoria juniores, Vacek batté il futuro iridato in una cronometro e poi anche in una tappa in linea.
Il corridore ceco non ha un bel ricordo di Evenepoel, che probabilmente in quel periodo non aveva ancora iniziato a smussare un carattere un po' egocentrico e scontroso. "Evenepoel non è speciale. Quando l'ho battuto al Lunigiana era molto antipatico dopo la gara. Non capisco che un ragazzo che sta per passare nel WorldTour non abbia rispetto per i suoi avversari", ha ricordato Karel Vacek.
"Era arrabbiato e poco professionale al traguardo. Non è una persona speciale. Fisicamente era un bel corridore, ma tatticamente immaturo e mentalmente più debole di me", ha rivelato Vacek.
Le carriere dei due ragazzi hanno poi preso strade completamente opposte dopo quelle sfide al Giro di Lunigiana. Vacek ha fatto fatica a trovare il suo posto nel mondo del ciclismo professionistico, mentre Evenepoel ha subito cominciato a vincere arrivando in breve a diventare una stella.