Anche a distanza di molti anni l'era dominata da Lance Armstrong resta uno dei periodi più e discussi e controversi della storia del ciclismo. Il corridore americano vinse ininterrottamente il Tour de France dal 1999 al 2005, imponendosi come un personaggio dal potere mediatico eccezionale e dalla capacità di muovere interessi economici forse mai visti nel mondo del Ciclismo. Dopo anni di sospetti e inchieste, la sua parabola di campione finì però nel modo più inglorioso, con l'ammissione di aver fatto ricorso a pratiche dopanti, la cancellazione di tutti i risultati ottenuti e la squalifica a vita.

Ciclismo, il dominio di Armstrong

Quel periodo ha lasciato nel ciclismo una lunga serie di episodi che testimoniano il potere e i metodi intimidatori con cui Lance Armstrong e il suo gruppo costruirono il proprio predominio. Il corridore texano non si limitava a cercare di migliorare le proprie prestazioni in modo illecito, favorito anche da una serie di protezioni di alto livello, ma esercitava pressioni da vero despota sugli altri corridori.

Emblematico e famoso al riguardo è il caso che lo vide contrapposto a Filippo Simeoni nel Tour de France 2004. Il corridore laziale aveva testimoniato in un processo contro il medico di Armstrong, il dottor Ferrari. Durante una tappa del Tour, Simeoni si lanciò in fuga e l'americano lo inseguì costringendolo a desistere e tornare in gruppo.

Un altro corridore di quell'epoca controversa per il ciclismo, lo spagnolo Igor González de Galdeano, ha raccontato un altro episodio che testimonia i metodi imposti in gruppo da Armstrong nei confronti di chi non rispettava le sue regole.

González de Galdeano: 'Armstrong ci insultò'

González de Galdeano è stato professionista dal 1995 al 2005, è salito sul podio di una Vuelta a España ed è arrivato per due volte al quinto posto al Tour de France.

L'ex corridore spagnolo ha ricordato un episodio avvenuto nel 2002 al Midi Libre, una breve corsa a tappe che si svolgeva in Francia poco prima del Tour. Nell'ultima tappa González de Galdeano, che era secondo in classifica generale dietro ad Armstrong, andò all'attacco, e il texano non gli perdonò questo gesto: "Insultò me e Marcos Serrano nell'ultima tappa del Midi Libre perché avevamo attaccato.

Poi una volta finita la corsa ci disse che se fossimo saliti sul podio lui non lo avrebbe fatto. Ci vietò di andare sul podio".

L'ex corridore ha testimoniato che questi metodi erano ricorrenti per Lance Armstrong: "La sua leadership era basata sulla pressione psicologica che voleva esercitare prima del Tour de France. Era una leadership di dominio, lui voleva umiliare tutti gli altri per avere tutto sotto controllo".