Contrariamente a molti altri campioni del ciclismo attuale, e dello sport in genere, Jonas Vingegaard non ha avuto un approccio semplice alle corse e una carriera giovanile da predestinato. Il vincitore dell'ultimo Tour de France ha iniziato a pedalare abbastanza presto, a dodici anni, ma il suo talento non è emerso subito in maniera chiara, come invece accaduto per Tadej Pogacar. Vingegaard è stato sul punto di abbandonare il ciclismo già a sedici anni, e solo la spinta della mamma gli ha dato la forza di insistere e riuscire a coronare il sogno di diventare prima un professionista e poi un campione.

Vingegaard, la passione per il ciclismo nata al Giro di Danimarca

Il mondo del ciclismo attuale è dominato in buona parte da campioni che si rivelano in età sempre più precoce, con vittorie in serie e prestazioni da baby prodigi fin dalle prime pedalate. La carriera di uno dei grandi protagonisti di questi ultimi anni del grande ciclismo, Jonas Vingegaard, racconta invece una storia fatta di una lunga e tormentata gavetta in cui nessuno avrebbe mai visto un futuro vincitore della più prestigiosa corsa del mondo, il Tour de France.

Da bambino Vingegaard ha provato di versi sport, il calcio, la pallamano, la ginnastica, il nuoto, senza riuscire ad eccellere in nessuno. All'età di dodici anni i suoi genitori lo hanno portato ad assistere ad una tappa del Giro di Danimarca e da lì è iniziata la passione del giovane Jonas per il ciclismo.

Vingegaard ha così iniziato a correre in bicicletta, ma collezionando per lo più ritiri, e senza distinguersi neanche in questo sport. In quei primi anni, il futuro vincitore del Tour, aveva problemi soprattutto in salita. Nelle gare in cui erano previste delle ascese, il giovane Jonas finiva regolarmente tra gli ultimi.

Dalla Coloquick al grande ciclismo

Stanco di queste continue delusioni, a sedici anni Jonas Vingegaard aveva deciso di lasciare il ciclismo, nonostante la grande passione per la bicicletta. In un'intervista alla tv danese TV2, la mamma del campione della Jumbo Visma ha raccontato quanto Jonas fosse frustrato. "Nelle corse per ragazzi non ha mai vinto. Un giorno è tornato a casa e mi ha detto che era un pacco senza un futuro" ha ricordato la mamma del futuro campione, spronandolo ad insistere.

"Gli ho detto di continuare con il ciclismo o di studiare. Lui è risalito in sella, ha cominciato a migliorare e non si è più fermato".

Nonostante questo click psicologico, la carriera di Vingegaard ha comunque stentato a decollare. Il corridore danese ha trovato lavoro al mercato del pesce, dove era impegnato dalle sei del mattino fino a mezzogiorno, per poi allenarsi nel pomeriggio. A maggio del 2016 ha trovato posto in una squadra continental danese, la Coloquick, con cui ha fatto le prime esperienze ai margini del ciclismo professionistico. Vingegaard si è messo in evidenza con qualche piazzamento in corse minori, come un secondo posto al Giro di Cina, ed ha attirato l'interesse della Jumbo Visma.

A 23 anni, il danese è così arrivato nel ciclismo che conta, senza nessuna particolare attesa visto il suo modesto curriculum giovanile. Invece, già in quella prima stagione 2019, Vingegaard si mise in luce vincendo una tappa al Giro di Polonia e iniziando così la sua scalata ai vertici del ciclismo coronata con la vittoria del Tour de France.