Tadej Pogačar è uno dei talenti più precoci della storia del ciclismo. Il fuoriclasse sloveno è uno dei pochi ad aver vinto il Tour de France al debutto e a 24 anni ha già messo insieme un palmarès incredibile, con quattro classiche monumento, due grandi giri e oltre cinquanta vittorie complessive. L'estro di Pogačar era emerso in maniera lampante fin dalle sue prime pedalate, quando da ragazzino lasciò il calcio per dedicarsi al Ciclismo. Già nelle corse giovanili il futuro campione aveva iniziato a mietere vittorie in serie, attirando l'attenzione di alcuni personaggi importanti del ciclismo sloveno, come Andrej Hauptman, già professionista con le maglie di Caldirola, Lampre e Fassa Bortolo e medaglia di bronzo ai Mondiali del 2001.

Ciclismo, 'Pogačar aveva spirito competitivo già a undici anni'

Hauptman ha ricordato di aver incontrato per la prima volta Tadej Pogačar quando il due volte vincitore del Tour de France aveva appena undici anni. L'ex campione lavorava ancora nel ciclismo nel team Radenska e andava alla scoperta di nuovi talenti. Pogačar aveva smesso di giocare a calcio quando aveva nove anni e, su suggerimento del fratello maggiore Tilen, aveva iniziato con la bicicletta, mettendo subito in mostra un talento fuori dal comune.

Quel giorno Hauptman notò un ragazzino tutto solo, più piccolo degli altri corridori, che inseguiva il gruppo compatto con un centinaio di metri di ritardo.

"C'era questo ragazzo, molto magro e molto basso, che era a cento metri dal gruppo e andava come un matto per inseguirli.

Quel ragazzo era Pogačar, ma non stava cercando di inseguirli, quello che stava facendo era provare a doppiare il gruppo", ha raccontato Andrej Hauptman. "Lui stava guadagnando un giro a tutti gli altri anche se fisicamente erano più forti di lui. Questo era lo spirito competitivo di Pogačar da quando aveva undici anni", ha ricordato l'ex corridore.

'Abbiamo chiesto di aiutare quel ragazzino'

Hauptman ha ricordato che sia lui, che altre persone che erano sul circuito si erano preoccupate per quel ragazzino alla disperata rincorsa del gruppo. "Alcuni dei tifosi che stavano guardando la gara hanno chiesto agli organizzatori di aiutare quel bambino e non lasciarlo nei guai, ma gli hanno risposto 'in cosa possiamo aiutarlo?

Li sta doppiando'"

Lo stesso Hauptman ha spiegato che inizialmente non aveva capito la situazione e si era rivolto a Miha Koncilija, lo scopritore e primo allenatore di Tadej Pogačar. "Anche io ero tra quei tifosi che chiedevano aiuto per quel bambino e lo abbiamo detto al suo allenatore. Lui mi ha risposto 'Andrej, non ha bisogno di aiuto. Ha attaccato dall'inizio e andrà a doppiare tutti'", ha ricordato l'ex corridore.

Da quel giorno Hauptman cominciò a interessarsi direttamente dell'evoluzione di Pogačar, portandolo in una squadra continental slovena, la Ljubljana, da cui poi avrebbe spiccato il volo verso la UAE e la storia del ciclismo.