La nuova sconfitta rimediata al Tour de France non ha ridimensionato Tadej Pogacar. Così la pensa uno dei più grandi e vincenti campioni della storia del ciclismo, Eddy Merckx, che si è sempre detto ammiratore del giovane sloveno e ha ammesso di rivedersi in lui. Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, Merckx ha analizzato il Tour vinto da Jonas Vingegaard, il suo strapotere nella cronometro di Combloux, isolato come il punto chiave della corsa, e la crisi, forse più psicologica di Pogacar. Merckx ha riconosciuto la superiorità del danese della Jumbo Visma, ma lo ha invitato a non concentrarsi unicamente sul Tour de France.
"Lui ha vinto due Tour, ma poi?" si è chiesto Merckx per spronare Vingegaard a misurarsi anche con le altre grandi corse a tappe e con le classiche di primavera.
Merckx: 'Vingegaard mi ha sorpreso a cronometro'
Merckx ritiene che la vittoria di Vingegaard sia stata più che meritata ed ha visto il momento decisivo nella cronometro di Combloux. In quella tappa, in cui tutti si attendevano una sfida molto equilibrata tra Vingegaard e Pogacar, il danese è riuscito a dare un distacco di oltre un minuto e mezzo al rivale, un risultato che secondo Merckx si è riflettuto anche sulla successiva tappa di Courchevel in cui lo sloveno è crollato definitivamente.
"Vingegaard mi ha sorpreso a cronometro, ha dato distacchi importanti, quasi tre minuti a Van Aert, uno che va nelle prove contro il tempo.
Penso che la corsa si sia decisa lì, poi c'è stato il colpo di grazia a Courchevel, con la crisi di Pogacar. Ma non è da sottovalutare il contraccolpo psicologico della crono" ha commentato Merckx, che ha elogiato apertamente Pogacar per il suo modo di intendere il ciclismo e di programmare la stagione.
"Deve essere orgoglioso, ha corso all'attacco e non si è risparmiato, ha reso il Tour più avvincente. Arrivava da una stagione intensa, con tutte le classiche tranne la Roubaix, alcune vinte in modo straordinario" ha commentato Merckx, che non vede l'impegno nelle classiche come un problema in vista del Tour de France. "Non deve cambiare, mi piace molto, mi assomiglia molto" ha dichiarato.
"Il ciclismo non dura tre settimane'
Merckx ha spronato Vingegaard a fare altrettanto e a non concentrarsi su un unico obiettivo all'anno, ritenendo questa scelta un limite. "Ha trionfato due volte al Tour, ma poi? Il ciclismo non dura solo tre settimane. Ci sono altre corse leggendarie, il Giro, le classiche, i Mondiali, non farle è un errore. Se fa la Vuelta è già qualcosa, ma se vuole fare qualcosa di storico deve tentare l'accoppiata Giro - Tour" ha sentenziato il Cannibale.
Merckx ha parlato anche del momento poco brillante del ciclismo italiano, motivandolo con la mancanza di programmi e strutture per sviluppare e far crescere il movimento. "Si vede che investite poco tra scuola e infrastrutture.
Slovenia e Danimarca fanno il contrario e si vede" ha commentato il campione belga, che poi si è lasciato andare agli struggenti ricordi dei tanti e compagni, rivali e amici di una lunga carriera. "Se penso a Gimondi e Adorni mi commuovo. Mi mancano, ci sentivamo spesso. Ma tanto a breve li raggiungo, il prossimo sono io" ha dichiarato Eddy Merckx.