Tadej Pogačar si è subito preso il centro della scena all'apertura del Tour de France, sia durante la prima tappa di ieri a Bilbao, che nel dopo corsa. Il fuoriclasse sloveno era atteso alla prova per chiarire la sua condizione dopo l'incidente alla Liegi di due mesi fa, l'operazione alla mano e la riabilitazione. La prima frazione ha dato delle risposte molto chiare sulla forma del due volte vincitore del Tour. La sua UAE ha impostato una strategia molto aggressiva sull'Alto de Pike, la maggior difficoltà del percorso, ed è riuscita a provocare una selezione ancora più netta del previsto.

Pogačar ha dato prova di piena efficienza e brillantezza, e dopo la salita ha lanciato Adam Yates verso la conquista della tappa e della maglia gialla, prendendo per sé il terzo posto e l'abbuono di quattro secondi.

Ciclismo, il dottor Rotunno: 'Niente di speciale'

Appena sceso dalla bicicletta dopo il traguardo di Bilbao, Tadej Pogačar è salito su un mezzo della UAE Emirates, circondato da giornalisti di mezzo mondo. Il corridore è poi sceso dopo appena un minuto, apparentemente dopo aver fatto un bagno di ghiaccio. Questa pratica, che consiste nell'immergersi in acqua molto fredda, è già stata usata in passato anche da Remco Evenepoel nell'ultima Vuelta España, ma ha destato una particolare curiosità per la velocità con cui è stata eseguita.

L'ex corridore Jan Bakelants, ora opinionista di Sporza, ha spiegato che Pogačar potrebbe essersi avvalso di una forma di crioterapia: "Questo probabilmente stabilisce un nuovo standard nella corsa all'ottimizzazione del recupero".

Vista la curiosità che si è scatenata nel mondo del ciclismo stamani, prima della seconda tappa del Tour de France, la UAE ha dato una risposta a quanto avvenuto nel dopo corsa di Bilbao. "È solo un semplice rinfrescamento con un bagno di ghiaccio, niente di speciale", ha dichiarato Adriano Rotunno, medico della UAE, spiegando che il bagno è stato così breve per una precisa strategia.

'Temperatura giusta tra i 10 e i 15 gradi'

"Non usiamo l'immersione prolungata perché è stato sicuramente dimostrato che non è benefica per il recupero e le prestazioni.

È puramente per raffreddare la temperatura corporea. È un'immersione breve, si entra e si esce in meno di un minuto a una temperatura salutare. Non è inteso per il recupero o la prestazione, ma è più basato sul permettere al corridore di sentirsi meglio dopo la tappa. Non facciamo immersioni prolungate, perché più lunga è l'immersione, più è deleteria per le prestazioni. Seguiamo le prove basate sulle prestazioni e lo facciamo esclusivamente su richiesta dei corridori", ha aggiunto il dottor Rotunno, spiegando che la temperatura migliore per questa pratica è tra i 10 e i 15 gradi.

Iñigo San Millán, preparatore della UAE, ha aggiunto che questo bagno di ghiaccio serve più per la testa: "Dopo il traguardo c'è la cerimonia del podio, e lui non ha tempo per fare una doccia fredda e rilassarsi, quindi questo è, dentro e fuori. È un marginal gains, ma non è niente di speciale. È solo un bagno di ghiaccio".