La Vuelta Espana non ha risparmiato polemiche, brividi e errori grossolani nell'organizzazione in questi primi tre giorni vissuti tra Catalogna e Andorra. La corsa è iniziata sabato con una cronosquadre disputata in orario quasi notturno, con le ultime formazioni che hanno corso nell'oscurità e sotto il diluvio. Nella seconda tappa il maltempo ha consigliato una neutralizzazione dei distacchi negli ultimi nove chilometri, una situazione che ha messo in grande difficoltà i commissari di gara, che hanno impiegato tantissimo tempo a ricostruire la classifica.
Ieri, nella tappa che ha portato all'arrivo in quota andorrano di Arinsal, tutto è filato liscio fin sul traguardo. Remco Evenepoel ha vinto la tappa con una formidabile progressione nel finale, ma subito dopo il traguardo si è trovato diverse persone in mezzo alla strada ed è finito a terra procurandosi una ferita al sopracciglio. La situazione di pericolo si è creata a causa di una scelta molto azzardata dell'organizzazione nella sistemazione della zona d'arrivo. Subito dopo il punto designato come traguardo, la strada scendeva infatti verso un dirupo e questo ha portato ad un allestimento molto superficiale ed approssimativo.
It was on Sporza (sorry for the poor quality 🙅🏼♀️). The Belgian commentators said he had should've braked earlier, like the other riders did. pic.twitter.com/SamRlpWCPN
— José 🐝 (@SpoelJo) August 28, 2023
Evenepoel: 'Ne ho abbastanza'
Remco Evenepoel si è lamentato con forza per la nuova situazione di pericolo in cui si è trovato in questo tormentato avvio di Vuelta Espana.
"È il terzo giorno che succede qualcosa, ne ho abbastanza" ha sbottato il campione in carica subito dopo l'incidente. Stamani, al via della quarta tappa, Evenepoel ha rassicurato sulle sue condizioni ed è tornato a parlare di quanto accaduto. "Il danno non è troppo grande con solo due punti di sutura, tutto qui. Non ho dolori muscolari. Ho riguardato nuovamente le immagini e dall'alto è chiaro che ieri lo spazio dopo l'arrivo era troppo breve. L’organizzazione si è scusata per questo, penso che si rendano conto di aver commesso un errore” ha dichiarato Evenepoel prima di prendere il via.
Uno dei giornalisti dell'emittente belga Sporza, Kristof Meul, ha ricostruito più dettagliatamente quanto accaduto.
Circa un paio d'ore prima della conclusione della tappa, l'organizzazione ha informato le squadre che al traguardo non sarebbe stata allestita la zona mista, quello spazio riservato agli addetti ai lavori. Questo è stato deciso per l'esiguo spazio all'arrivo. La strada scendeva verso un dirupo subito dopo la linea del traguardo e questo non ha consentito di preparare nelle consuete modalità tutta la zona. Le persone sono state libere di spostarsi ovunque e così al termine della corsa molti si sono trovati in mezzo alla strada quando è arrivato Evenepoel, che ha colpito una donna della polizia andorrana ed è caduto.
Ciclismo, 'Alla Vuelta le regole cambiano continuamente'
Meul ha testimoniato come l'organizzazione della Vuelta sia più superficiale rispetto a quella del Tour.
"C’è molto più caos qui che, ad esempio, al Tour de France. Lì sai perfettamente cosa è possibile e cosa non è possibile. Qui le regole cambiano continuamente, e spesso durante il percorso. Proprio come ieri…” ha raccontato il giornalista di Sporza. "Tutti potevano camminare per strada dopo l'arrivo. Nel Tour sono ammessi solo gli uomini delle squadre e i media che detengono i diritti. Ieri, all'improvviso, è stato detto che tutti potevano stare lì. Remco è arrivato ad altissima velocità. Se la distanza tra l'arrivo e la gente è di soli 70 metri, non c’è molto spazio per reagire. Normalmente siamo a 200 metri di distanza, ma ora semplicemente non c'era posto, perché 100 metri dopo il traguardo c’era un dirupo" ha raccontato Meul.