Ancora una volta Tadej Pogacar ha conquistato una grande classica seguendo il copione che tutti immaginavano. Alla Liegi Bastogne Liegi di ieri, il campione della UAE Emirates ha messo in scena un attacco che era stato pressoché annunciato. Il numero uno del ciclismo mondiale ha fatto lavorare la squadra fino all'inizio della salita della Redoute, dove ha piazzato l'affondo decisivo, scavando in breve un abisso tra sé e gli avversari. La strategia di Pogacar e il punto dove avrebbe attaccato erano conosciuti da tutti, ma la sua superiorità è stata anche stavolta così netta che gli avversari non hanno potuto opporre resistenza.

Lo sloveno ha fatto segnare un tempo da record sulla Redoute, nettamente migliore di quello siglato da Evenepoel un anno fa, e per rendere tutto più disarmante nel dopo corsa ha dichiarato di non allenarsi "per questo tipo di fughe da lontano, provi e vedi se funziona o no".

Ciclismo, una Redoute a 23 all'ora

La salita della Redoute è uno dei punti chiave del percorso della Liegi Bastogne Liegi.

E' la salita più storica della corsa, legata a tante imprese del passato. Dagli anni novanta, con l'inserimento di altre difficoltà nel finale, prima il Saint Nicolas, successivamente la Roche aux Facons, la Redoute è finita in una posizione un po' più defilata. La cancellazione del Saint Nicolas, dell'arrivo in salita ad Ans e la tendenza agli attacchi da lontano di questo nuovo ciclismo hanno però riportato la Redoute in un ruolo più centrale.

Negli anni scorsi sono partiti proprio qui gli attacchi di Remco Evenepoel, ed anche stavolta è stato sulla Redoute che Tadej Pogacar ha piazzato l'affondo risolutivo.

La salita misura 1540 metri e ha una pendenza media del 9.7%. Nella Liegi di ieri, Tadej Pogacar ha completato la salita in quattro minuti e tre secondi, con una media oraria di 22.9 km/h e una VAM di 2222.2.

Questa prestazione è il nuovo record di scalata della Redoute su Strava, l'app con cui milioni di ciclisti condividono gli allenamenti. Un anno fa, Remco Evenepoel aveva stabilito il record in quattro minuti e tredici secondi, ben dieci secondi in più rispetto a quanto fatto ora da Pogacar. Tra gli altri corridori in gara ieri, il più veloce è stato Maxim Van Gils, che ha completato la scalata in quattro minuti e venti secondi.

Da qui è partita la fuga solitaria di Tadej Pogacar, che nonostante lo sforzo è stato molto efficace anche sull'ultima salita di giornata, la Roche aux Facons. Il fuoriclasse sloveno è stato il più veloce di tutti anche su questa scalata, completata in tre minuti e venti secondi, quattro in meno del solito Van Gils, il migliore degli altri.

'Provi e vedi se funziona'

Nel dopo corsa, Tadej Pogacar ha parlato del suo attacco sulla Redoute con la stessa semplicità con cui costruisce queste imprese leggendarie. "Era un momento complicato per attaccare. Avevamo già fatto 220 chilometri con il freddo e c'era vento in faccia. Quando ho sentito che avevo un minuto di vantaggio tutto è diventato più semplice.

In realtà non mi alleno in particolare per queste fughe da lontano. Le corse sono così, ci provi e vedi se funziona o no" ha commentato Pogacar.

Con questa Liegi il campione sloveno ha conquistato la sua sesta classica monumento della carriera, raggiungendo l'obiettivo a 25 anni e mezzo. In tutta la storia del ciclismo, solo Eddy Merckx era riuscito ad arrivare prima alla sesta classica monumento, completando questo score poco prima di compiere i 24 anni.