Mentre la Vuelta Espana sta arrivando al suo momento decisivo, la terza e ultima settimana, Vincenzo Nibali ha ricordato in un'intervista a Relevo il suo trionfo nell'edizione del 2010. Per l'ex campione messinese fu un passaggio particolarmente importante nella sua carriera, visto che per la prima volta si trovò a ricoprire il ruolo di capitano e riuscì subito a centrare il bersaglio grosso. Nibali ha raccontato del suo duello con Ezequiel Mozquera, il grande rivale affrontato in quella edizione, e poi del Tour de France 2014, ricordando l'esaltante tappa sul pavè e la sua sicurezza nell'affrontare la corsa.
Il campione è stato stuzzicato sui ritiri di Froome e Contador, i favoriti della vigilia insieme a lui, usciti presto di scena a causa di cadute. "Nessun respiro di sollievo, ero molto sicuro di me" ha risposto Nibali.
Nibali: 'Che bei ricordi alla Vuelta'
La Vuelta Espana 2010 è stata la prima grande vittoria di Nibali, la corsa in cui il campione messinese ha confermato il suo salto di qualità dopo il già convincente terzo posto ottenuto qualche mese prima al Giro d'Italia. "Quella Vuelta fu un capitolo importante per me, soprattutto perchè ho corso per la prima volta con i gradi di capitano" ha raccontato Nibali. "Ho dei bei ricordi, soprattutto della tappa conclusiva a Madrid, fu sensazionale" ha aggiunto l'ex campione.
In quella corsa, l'avversario principale di Nibali fu Ezequiel Mozquera, uno scalatore spagnolo che riusciva a dare il meglio di sé nella corsa di casa. Nibali indossò la maglia rossa di leader della classifica generale a Pena Cabarga, nella quattordicesima tappa, e respinse gli attacchi di Mozquera fino alla penultima giornata, con l'arrivo sulla durissima salita di Bola del Mundo. "In quella tappa vinse e io arrivai secondo, anche se poi mi hanno dato la vittoria", ha raccontato Nibali. Mozquera fu infatti coinvolto in una lunga e complessa vicenda a causa di una positività all'idrossietilamido rilevata durante quella Vuelta. Il corridore fu squalificato e i risultati cancellati, anche se poi, anni dopo, venne assolto dalla giustizia ordinaria.
"In ogni caso in quella penultima tappa a Bola del Mundo già assaporavo la sensazione di aver ottenuto la vittoria in un grande giro" ha raccontato Nibali.
'Il pavè mi è sempre piaciuto'
L'ex campione ha ricordato poi il suo trionfo più grande, il Tour de France 2014, una vittoria costruita dal primo all'ultimo giorno grazie ad una manifesta superiorità su tutti i terreni. Una delle tappe emblematiche di quella corsa fu quella che affrontava alcuni tratti di pavè della Parigi Roubaix. Quella corsa, affrontata in una giornata di maltempo che la rese epica, segnò già un passo decisivo per Nibali, che dimostrò la sua straordinaria dimestichezza sul pavè. "Il pavè mi è sempre piaciuto. L'ho visto, sono entrato, ho controllato la bici e mi sono divertito.
Un certo timore lo abbiamo avuto tutti, alla fine il pavè va affrontato sempre con la dovuta cautela. Non con paura, ma anche con la malizia necessaria a dominarlo. È così che si affronta la cosa, ma non è facile", ha dichiarato Nibali.
Nonostante un trionfo totale, con quattro vittorie di tappa e vantaggi importanti sugli altri corridori, l'ex campione ha raccontato di un Tour "molto complicato, in cui piovve tanto e in cui tutti avevamo paura di cadere". A Nibali è stato ricordato che la sua vittoria arrivò dopo i ritiri di Froome e Contador, con cui condivideva i favori della vigilia. Sia il britannico che lo spagnolo caddero nelle prime tappe e furono costretti ad abbandonare. "Non feci nessun respiro di sollievo, soprattutto perchè ero molto sicuro di me", ha risposto il vincitore del Tour 2014.
Nibali ha infine parlato del numero uno del ciclismo di oggi, Tadej Pogacar, che ha definito "un corridore stratosferico, molto veloce e molto diverso da me".