L’Etoile de Bessèges 2025 è stata segnata da un episodio inatteso che ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle corse ciclistiche. Durante la tappa del 7 febbraio, a 17 km dal traguardo, un’automobile ha invaso la carreggiata contromano, rischiando di entrare in collisione con il gruppo lanciato ad alta velocità. L’intervento tempestivo di un gendarme ha evitato il peggio, ma il brusco stop ha provocato cadute e alcuni ritiri, tra cui quello di Maxim Van Gils (Red Bull-Bora Hansgrohe), successivamente trasportato in ospedale per accertamenti.

L'episodio ha generato forti reazioni nel mondo del Ciclismo, con il manager della Lidl-Trek, Luca Guercilena, che ha espresso preoccupazione per la sicurezza degli atleti: “Se oggi fosse morto un corridore, saremmo qui tutti a piangere”.

L’incidente: cosa è successo a 17 km dall’arrivo

La tappa di giovedì 7 febbraio dell’Etoile de Bessèges procedeva senza intoppi, con il gruppo impegnato nell’inseguimento dei fuggitivi, quando un'automobile ha imboccato contromano un tratto di strada destinato esclusivamente alla corsa.

Il veicolo si è trovato di fronte al plotone a velocità sostenuta, costringendo un gendarme presente sul percorso a intervenire rapidamente per fermarlo.

L'azione del gendarme ha evitato una potenziale tragedia, ma la frenata improvvisa del gruppo ha causato diverse cadute. Alcuni corridori hanno riportato contusioni e sono stati costretti al ritiro, tra cui Maxim Van Gils, uno dei principali talenti della Red Bull-Bora Hansgrohe, portato in ospedale per controlli.

La reazione del mondo del ciclismo

L'episodio ha scatenato reazioni immediate da parte di squadre e addetti ai lavori. Luca Guercilena, general manager della Lidl-Trek, ha espresso la sua frustrazione per l’accaduto: “Se oggi fosse morto un corridore, saremmo qui tutti a piangere! Non è accettabile che in una gara professionistica possano verificarsi situazioni simili.

Se qualcuno si fa male, a pagare è la squadra, sperando sempre che non ci siano conseguenze peggiori”.

Anche altri direttori sportivi hanno sottolineato la necessità di maggiore sicurezza nelle corse di categoria ProSeries, spesso caratterizzate da percorsi meno protetti rispetto agli eventi WorldTour.

L’episodio mentre l’UCI parlava di sicurezza

L'evento ha assunto un carattere ancora più paradossale se si considera che, proprio mentre accadeva l'incidente, l’UCI stava tenendo una conferenza stampa per illustrare le nuove misure di SafeR, il progetto dedicato alla sicurezza nelle competizioni ciclistiche.

Durante l’incontro, i rappresentanti della federazione stavano discutendo di nuove strategie per ridurre i rischi nelle gare su strada, tra cui la gestione del traffico lungo i percorsi.

Il fatto che, poche ore dopo, un’auto sia riuscita a entrare nel tracciato di una gara professionistica, ha evidenziato come le misure attuali non siano ancora sufficienti.

La sicurezza nel ciclismo resta un problema

L’episodio dell’Etoile de Bessèges non è un caso isolato. Negli ultimi anni, il tema della sicurezza nelle corse su strada è diventato sempre più centrale, con diversi incidenti che hanno coinvolto ciclisti a causa di auto o moto entrate in corsa.

Tra i casi più noti:

  • Il Tour de Pologne 2020, con la terribile caduta di Fabio Jakobsen a causa di una barriera mal posizionata.
  • Il Lombardia 2020, quando Remco Evenepoel finì in un burrone dopo aver colpito un muretto non segnalato.
  • La Parigi-Roubaix 2023, in cui un gruppo di ciclisti si trovò a dover attraversare un passaggio a livello poco prima del transito di un treno.

La sicurezza nelle gare di livello inferiore al WorldTour sembra essere ancora più problematica, con meno controlli e risorse rispetto agli eventi principali del calendario ciclistico.

La vicenda dell’Etoile de Bessèges 2025 ha riacceso il dibattito su un problema che il ciclismo non può più ignorare.