La prima parte delle classiche del nord ha riportato nuovamente alla ribalta il tema della sicurezza nel mondo del ciclismo professionistico. Soprattutto la Brugge De Panne è stata caratterizzata da un'incredibile sequenza di incidenti negli ultimi dieci chilometri, in cui gli organizzatori hanno portato il gruppo su strade che prevedevano restringimenti, rotaie e spartitraffico con il solo scopo di far concludere la corsa davanti al palazzo municipale. Dalle pagine di Het Nieuwsblad, l'ex team manager della Soudal Quickstep, Patrick Lefevere, ha proposto alcune idee per migliorare la sicurezza delle corse di ciclismo.
Secondo Lefevere, il punto più importante riguarda proprio la scelta dei percorsi. L'esperto manager belga si è detto favorevole al progetto promosso dal Giro delle Fiandre, che prevede un'ultima parte in circuito che è più facilmente gestibile, mentre ha bocciato la proposta di ridurre i rapporti delle biciclette.
Lefevere: 'Ci sono tanti incidenti nel ciclismo'
Nella sua consueta rubrica su Het Nieuwsblad, Patrick Lefevere ha affrontato stavolta il tema della sicurezza nel ciclismo. L'ex manager della Soudal Quickstep ha spiegato che gli incidenti, oltre a mettere in pericolo la salute dei corridori, rappresentano anche un limite allo sviluppo economico del ciclismo professionistico. "Non possiamo nascondere che ci sono tanti incidenti nel ciclismo.
Ruben Desmet, della Quick-Step, me lo diceva già cinque anni fa. Le società americane quotate in borsa preferiscono non sponsorizzare sport con così tanti infortuni gravi. È chiaro che bisogna fare qualcosa" ha dichiarato Lefevere, che ritiene la scelta dei percorsi come il punto cardine per migliorare la sicurezza e ridurre il numero degli infortuni.
Secondo Lefevere, il futuro del ciclismo è nelle corse che prevedono un finale in circuito, sul modello del Giro delle Fiandre. In questo modo, per gli organizzatori è più semplice limitare e gestire i punti critici, e i corridori hanno più occasioni per prendere visione delle caratteristiche delle strade. "Vedo solo vantaggi nell'approccio di Montréal e del Giro delle Fiandre: i corridori vedono già il traguardo durante la gara, gli spettatori assistono a più passaggi dei corridori e gli organizzatori possono offrire ai VIP delle formule migliori.
Tutti vincono. Ne ho parlato con il mio caro amico Carlo Lambrecht che è nell'organizzazione della Dwars door Vlaanderen. Perché la loro gara non dovrebbe evolversi in quella direzione?" si è chiesto Lefevere.
'Molti fanno pressioni per ridurre i rapporti'
Patrick Lefevere si è invece detto contrario ad altre idee di cui si è parlato nel mondo del ciclismo per migliorare la sicurezza. Secondo il manager fiammingo, intervenire sull'abbigliamento o sui componenti delle biciclette, limitando i rapporti, non rispecchia l'evoluzione tecnologica che sta vivendo il ciclismo. "Abbigliamento protettivo? Al momento siamo molto lontani da questo. La tendenza è solo di avere un vestiario più leggero e più aerodinamico.
Anche nelle classiche i corridori indossano dei body che non offrono alcuna protezione. Questo provoca delle abrasioni più grandi di quelle che avevamo con le nostre maglie di lana" ha dichiarato Lefevere, bocciando poi l'idea del limite ai rapporti per ridurre le velocità.
"Ci sono molte persone che fanno pressioni per una riduzione dei rapporti. José De Cauwer e il nostro CEO Jurgen Foré, per citarne alcuni. Non sono d'accordo. Perché dovremmo tornare ai miei tempi, quando si usava il 53-12 o 54-14? Il ciclismo è uno sport diverso oggi, con atleti che raggiungono un livello mai visto prima. L'attrezzatura segue quell'evoluzione dello sport" ha spiegato Lefevere.