Un'equilibrata e un po' sottotono Het Nieuwsblad ha aperto oggi, sabato 1° marzo, la stagione delle classiche del nord del ciclismo pro. La corsa prometteva una prima appassionante sfida tra gli squadroni che puntano alle classiche, ma lo spettacolo non è stato particolarmente spumeggiante. L'unico spunto d'attacco è stato portato da Stefan Kung, quando ormai i muri erano stati tutti superati e il gruppo era ancora particolarmente folto. Lo svizzero ha sognato l'impresa solitaria, ma è stato ripreso in vista dell'ultimo chilometro. Il finale ha premiato la volata del norvegese Søren Wærenskjold, un outsider, che ha superato il giovane talento Paul Magnier e un Jasper Philipsen che in questo avvio di stagione non appare particolarmente esplosivo allo sprint.
Head to head between Wærenskjold and Magnier on the line. Philipsen went too early#OHN25pic.twitter.com/N9oiACVNJp
— La Flamme Rouge (@laflammerouge16) March 1, 2025
Ciclismo, prima classica senza particolari acuti
Dopo una fuga iniziale di sette corridori, tra cui Giosuè Epis, la Het Nieuwsblad è entrata nel vivo sul Molenberg, quando il gruppo si è spezzato in due. Nel primo troncone, la Alpecin di Philipsen ha preso il comando delle operazioni, costringendo i corridori rimasti attardati, tra cui Wout van Aert e Arnaud De Lie, attardato anche da una foratura, a una lunga rincorsa. Grazie allo sforzo della Visma, i due gruppi si sono riuniti, annullando anche la fuga partita all'inizio.
Il passare dei muri e dei tratti di pavè ha provocato una lenta selezione naturale, ma senza azioni particolarmente decise e concertate delle squadre più attese, su tutte Visma, UAE e Lidl Trek.
Il gruppo è arrivato ancora folto di oltre cinquanta corridori ai piedi del Geraardsbergen, penultimo muro di giornata e passaggio iconico delle classiche del nord. La UAE ha provato a fare selezione con Wellens e Narvaez, ma sulle pendenze più cattive è stato Mathias Vacek a imporre il suo passo.
Wout van Aert è rimasto invece più guardingo, in una situazione in cui nessuno è riuscito a fare una vera differenza.
Dopo lo scollinamento si sono ritrovati al comando una ventina di corridori, ed anche il muro finale del Bosberg non ha più cambiato l'equilibrio della corsa. Superate tutte le difficoltà altimetriche, Stefan Kung ha cercato il colpo risolutivo partendo da solo a dieci chilometri dall'arrivo.
Kung raggiunto in vista dell'ultimo chilometro
Lo svizzero della Groupama ha fatto valere le sue doti di passista guadagnando una quindicina di secondi, ma il gruppo si è rinfoltito notevolmente e le forze fresche al servizio di Philipsen e van Aert sono state determinanti nell'inseguimento. Ormai all'ultimo chilometro, Kung è stato raggiunto e la corsa si è risolta allo sprint. Philipsen ha cercato di anticipare van Aert, ma dopo essere rimasto ben coperto è stato Søren Wærenskjold a lanciarsi con lo spunto più incisivo. A centro strada è uscito anche Paul Magnier, ma Wærenskjold ha vinto davanti al giovane francese e a Philipsen. Dietro si sono piazzati tanti outsider, a conferma di un andamento della corsa un po' strano, con Van Moer, Watson, Kubis, Allegaert e Vincenzo Albanese, primo degli italiani all'ottavo posto.
L'osservato speciale Wout van Aert non è stato particolarmente convincente, così come tutta la Visma. Il belga si è fatto trovare spesso indietro nei punti più importanti, e non è apparso molto incisivo. Anche nello sprint finale è rimasto molto allo scoperto e alla fine ha chiuso solo 11°.