Tutto facile per Tadej Pogačar alla Liegi-Bastogne-Liegi. L'atteso match con Remco Evenepoel, la sfida tra i campioni che si erano spartiti le ultime quattro edizioni ma senza mai avere uno scontro diretto, non è di fatto mai iniziato. Pogačar se ne è andato con semplicità disarmante sulla Redoute, la salita simbolo della classica, inscenando l'ennesima cavalcata solitaria. Evenepoel ha approcciato questo passaggio chiave in una posizione molto arretrata, ma ha poi evidenziato alcune difficoltà. Dietro al trionfante campione del mondo, che ha firmato il tris di vittorie, sono così emersi Giulio Ciccone e Ben Healy, che hanno conquistato un podio di grande valore.

Nel dopo corsa, Pogačar ha definito la sua primavera di classiche "perfetta", e ha raccontato di aver trovato una motivazione in più nel suo attacco sulla Redoute dall'assenza di Remco Evenepoel.

Assolo di Pogačar, Ciccone sul podio

La Liegi-Bastogne-Liegi ha chiuso la stagione delle classiche di primavera del ciclismo professionistico, preannunciando la sfida stellare tra Tadej Pogačar e Remco Evenepoel, sulla falsariga di quanto avvenuto una settimana fa all'Amstel Gold Race. La corsa è andata in scena in una splendida giornata di sole e ha trovato alle prime pedalate è partito un gruppetto di dodici attaccanti, tra cui Jack Haig.

L'azione non ha certo impensierito il gruppo, che ha iniziato la sequenza di undici salite recuperando secondo su secondo per annullare definitivamente la fuga a una sessantina di km dall'arrivo. La corsa è andata via in maniera regolare fino alla Redoute, senza attacchi e sussulti. Il gruppo è arrivato ancora folto alla salita simbolo della Liegi e la lotta per prendere le posizioni di testa si è rivelata molto intensa e pericolosa. In queste fasi concitate, Pogačar è rimasto tra i primi, mentre Evenepoel è scivolato nelle retrovie.

Alle prime pendenze, il campione del mondo ha subito cambiato ritmo dimostrando di avere una marcia in più di tutti gli altri. Dietro si è mosso un redivivo Alaphilippe, insieme a Ciccone, Healy e Pidcock, mentre Evenepoel ha recuperato posizioni senza però riuscire a tornare nel vivo della corsa.

Pogačar ha via via aumentato il suo vantaggio, senza dare neanche l'impressione di dover spingere a tutta, mentre Alaphilippe ha ceduto nettamente sulla Roche aux Faucons. Ciccone e Healy si sono sbarazzati anche di Pidcock, con il gruppo inseguitore che però si è riavvicinato pericolosamente. Evenepoel, dopo un paio di accelerate poco convinte, ha tirato i remi in barca sulla Roche aux Faucons.

Pogačar ha avuto tutto il tempo di godersi questa ennesima esibizione a effetto, segnando il terzo trionfo a Liegi e il nono in una classica monumento, numeri che riscrivono ancora una volta la storia del ciclismo. Ciccone e Healy si sono difesi dalla rincorsa del gruppo e l'abruzzese ha segnato un bel secondo posto battendo l'irlandese in volata.

Poco più dietro, Velasco ha superato Nys e Bagioli nella volata per la quarta piazza, colorando d'azzurro la top ten di questa Liegi in maniera anche insperata.

'Non era nei piani attaccare sulla Redoute'

Nel dopo corsa, Tadej Pogačar ha tirato le somme della sua prima parte di stagione, che si è conclusa oggi con questa vittoria. "È davvero bello per me concludere in questo modo. Tutta la primavera è stata perfetta per me", ha commentato Pogačar, che ha poi parlato dell'attacco decisivo sulla Redoute. Il campione del mondo ha spiegato che in realtà la sua intenzione non era quella di andarsene da solo. "Non era proprio nei piani attaccare sulla Redoute. Volevo solo testare le gambe e vedere come avrebbero reagito", ha continuato il fuoriclasse sloveno, che ha insistito capendo anche che Remco Evenepoel era rimasto attardato.

"Quando ho visto di avere un vantaggio ho continuato. Avevo buone gambe e mi sentivo molto bene in salita. Ho attaccato perché ho visto che Evenepoel non era ben posizionato? Non l'ho visto, ma è stata sicuramente una buona motivazione. In realtà pensavo che si stesse salvando le gambe con la sua squadra. Hanno controllato il gruppo per primi ed erano sempre in testa. Dopo sono scomparsi tutti quanti. Non so perché l'abbiano fatto", ha dichiarato Pogačar.