Doveva essere il Giro d'Italia della grande sfida generazionale tra Juan Ayuso e Primož Roglič e invece, ormai quasi alla fine della seconda settimana, a comandare i giochi è il messicano Isaac Del Toro. Arrivato al via del Giro nelle vesti di gregario di Ayuso, ma anche con la fama di nuovo talento pronto a esplodere definitivamente, Del Toro ha stupito ed entusiasmato per la facilità con cui sta correndo, figlia di una classe cristallina e dell'esuberanza dei suoi 21 anni. Il giovane messicano ha conquistato la maglia rosa nella tappa di Siena, in cui ha messo alle strette Wout van Aert, a cui ha ceduto solo nello sprint finale.

Nei giorni successivi, Del Toro è sembrato diviso tra lo spirito istintivo con cui ama correre e le esigenze di squadra che non possono mettere alle corde un Ayuso apparso a volte in difficoltà dopo la caduta di Siena. Giorno dopo giorno, nelle rituali interviste che la maglia rosa deve concedere nel dopo corsa, si è cominciato anche a delineare un po' di più la persona oltre al corridore.

Del Toro ha ammesso di non avere delle certezze così solide sul suo finale di Giro d'Italia, anche perché non ha nelle gambe le distanze a cui sono abituati i campioni più rodati. "Non ho mai fatto un allenamento serio oltre i 170 chilometri", ha dichiarato la maglia rosa.

'Bernal era il mio idolo'

Isaac Del Toro ha catturato l'attenzione di appassionati e addetti ai lavori, che hanno rivisto in lui un po' di quella spavalderia e freschezza con cui Pogačar fece irruzione nel mondo del grande ciclismo.

La sua provenienza da un paese non tradizionale per il ciclismo, il Messico, e qualche modo di fare poco convenzionale hanno creato un ulteriore interesse. Nella conferenza stampa del dopo tappa di Castelnovo ne' Monti, a Del Toro è stato fatto notare il suo atteggiamento molto sbrigativo sul podio delle premiazioni, senza sorrisi e senza apparente voglia di festeggiare o concedersi alle foto. "Non pensate che sia una mancanza di rispetto o altro, è che faccio fatica a realizzare, non posso crederci. A volte sorrido, sì, ma tra me e me", ha risposto il ragazzo messicano, a cui sono poi stati riportati i complimenti di Egan Bernal.

"Bernal dice che posso vincere il Giro? Era il mio idolo, wow", ha replicato Del Toro, che ha poi mostrato un po' di incertezze sul prosieguo del Giro e tanta voglia di godersi il momento.

"Adesso non penso di poter vincere il Giro, magari lo penserò se partirò nell’ultima tappa di Roma in maglia rosa", ha continuato il messicano, spiegando di non essersi mai allenato a lungo nella sua breve carriera. "Non ho mai fatto un allenamento serio oltre i 170 chilometri, mentre pedalando in maniera più rilassata ho superato anche i 200", ha raccontato la maglia rosa.

Del Toro: 'In squadra non c'è stress'

Dopo aver superato indenne in maglia rosa anche le tappe di Viadana e Vicenza, Isaac Del Toro ha voluto spegnere ogni possibile dualismo interno con Juan Ayuso, il leader designato della UAE Emirates alla vigilia del via. "I miei compagni sono i leader. Non c’è problema di ego, siamo felici come team, non c’è stress", ha dichiarato il messicano, che si è goduto anche il calore di un gruppo di connazionali che lo stanno seguendo nelle sue imprese al Giro d'Italia.

"So che tutti i messicani sono qui per me ed è incredibile, vorrei andare da loro a parlare ma in un giorno ci sono solo 24 ore", ha raccontato Del Toro.

Questa esplosione al Giro dovrebbe portare a Del Toro anche un consistente adeguamento contrattuale. L'attuale accordo con la UAE scade nel 2029 e prevede un ingaggio di circa 800.000 euro.