Il classico epilogo del Tour de France con i festeggiamenti, i brindisi e lo sprint finale sui Campi Elisi potrebbe ormai appartenere al passato. ASO, l'organizzazione della più importante corsa del ciclismo mondiale, ha deciso di rompere la tradizione e disegnare un finale completamente diverso. Il prossimo Tour si concluderà sempre nel monumentale scenario dei Campi Elisi, ma dopo aver affrontato un circuito completamente diverso. Anziché percorrere il solito anello piatto, la corsa salirà infatti alla Butte de Montmartre, la salita teatro della prova olimpica vinta da Remco Evenepoel.
Questa scelta ha creato molti malumori da parte dei corridori, che temono un finale caotico e pericoloso. "Negli ultimi anni la sicurezza è diventata sempre più un problema e questo aspetto viene ignorato con questa scelta di inserire Montmartre", ha commentato Wout van Aert.
Tour, niente passerella, si sale a Montmartre
L'ultima tappa del Tour de France seguiva da decenni un copione fisso, con la celebrazione dei campioni vincitori delle varie maglie e il circuito finale attorno ai Campi Elisi che preparava allo sprint finale.
Tranne pochissime occasioni, si è sempre trattato di una passerella, ormai una tradizione consolidata con una sua liturgia. Nel 2024 il programma è cambiato a causa dell'imminenza delle Olimpiadi di Parigi. Il Tour si è concluso a Nizza con una cronometro, e pochi giorno dopo, a Parigi si è celebrata una spettacolare corsa in linea che ha consegnato la medaglia d'oro a Remco Evenepoel.
Il circuito delle Olimpiadi ruotava attorno alla breve salita di Montmartre, che ha regalato dei momenti vibranti dal punto di vista tecnico ed emotivo.
L'organizzazione del Tour de France ha deciso di riproporre parte di quel percorso nell'ultima tappa dell'edizione 2025, che si concluderà domenica 27 luglio. La tappa partirà da Mantes-la-Ville per entrare a Parigi dopo una cinquantina di chilometri, affrontare un primo circuito e quindi entrare nell'anello di Montmartre, con tre passaggi sulla salita. L'ultimo strappo è previsto a sei chilometri dall'arrivo, fissato come sempre ai Campi Elisi.
Van Aert: 'Alle Olimpiadi eravamo solo 50'
Diversi corridori si sono detti del tutto contrari a questa scelta, immaginando un'ultima tappa caotica e pericolosa a causa di questo percorso così tecnico.
"Penso che sarà una corsa rischiosa", ha commentato Wout van Aert da Viareggio, prima di partire per l'11° tappa del Giro d'Italia. "Il percorso è ovviamente adatto a me, soprattutto con l'ultima salita a sei chilometri dal traguardo. Questo apre nuove prospettive per gli uomini da classiche come me. Però l'organizzazione ignora il fatto che siamo arrivati lì durante i Giochi con un gruppo di cinquanta corridori e ora lo faremo con un intero gruppo del Tour, dove molti corridori da classifica hanno ancora qualcosa da difendere. E' un peccato andarsi a cercare il caos" ha continuato van Aert.
"Capisco che l'organizzazione abbia pensato: "È bello, dovremmo provare a usarlo". Ma negli ultimi anni la sicurezza è diventata sempre più un problema e questo aspetto viene ignorato con questa scelta di inserire Montmartre" ha concluso van Aert.
Anche Jonas Vingegaard si è detto preoccupato per questo nuovo percorso dell'ultima tappa del Tour de France. "Onestamente, non ce n'è bisogno", ha dichiarato campione danese a HLN. "Durante le Olimpiadi sembrava bello: tanta gente, un'atmosfera fantastica, immagini bellissime. Ma c'erano solo cinquanta corridori in gara, al Tour saranno 150 a combattere per la posizione su una salita molto stretta", ha commentato Vingegaard.