Il mondo del ciclismo tributa oggi, martedì 17 giugno, il suo omaggio al più vincente campione della storia, Eddy Merckx. Il leggendario fuoriclasse belga, dominatore della scena a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, ha infatti tagliato il traguardo degli ottant'anni.
Questo speciale compleanno è stato celebrato in patria con tante interviste, programmi ed eventi particolari, come l'incontro con Re Filippo del Belgio. Anche in Italia, seconda patria di Merckx, gli ottant'anni del Cannibale sono stati ricordati a dovere. La Gazzetta dello Sport ha tributato il campione con una bella e lunga intervista, in cui sono stati rievocati tanti episodi e personaggi che hanno contribuito a costruire la leggenda di Merckx.
Il campione ha ricordato gli incontri con i costruttori Colnago e De Rosa, i campioni della sua epoca, quelli delle generazioni successive, arrivando fino al ciclismo di oggi che trova più esaltante che mai. Merckx ha definito Pantani come "il più grande scalatore puro di sempre", e si è detto impressionato da Pogacar, che però non avrebbe degli avversari così forti come quelli della sua epoca.
'Alla prima Sanremo ho capito che potevo vivere di ciclismo'
Con 525 vittorie, 11 grandi giri, 19 classiche monumento e tre mondiali, Eddy Merckx è ancora di gran lunga il più vincente campione della storia del ciclismo. Nel giorno dei suoi ottant'anni, Merckx si è raccontato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui è emerso anche il suo legame speciale con l'Italia.
Il campione belga ha infatti passato gran parte della sua carriera in squadre italiane, in un'epoca in cui il ciclismo era ancora sostanzialmente legato a pochi paesi di lunga tradizione.
Merckx ha ricordato la sua prima vittoria importante, proprio in Italia, la Milano - Sanremo del '66. "Lì ho capito che potevo vivere di ciclismo, poi rivinsi l'anno dopo e al Giro conquistai la tappa del Blockhaus. I giornali italiani scrissero che un velocista belga aveva vinto a sorpresa" ha raccontato l'ex campione, ricordando poi il suo legame con i costruttori Ernesto Colnago e soprattutto Ugo De Rosa.
'Gimondi è stato l'avversario numero uno'
Colnago costruì la bici speciale con cui Merckx stabilì lo storico record dell'ora del 1972, rimasto imbattuto per dodici anni.
"Colnago aveva alleggerito quella bici il più possibile, ma molti dei buchi sul manubrio e sulla moltiplica li ha fatti dopo per alimentare la leggenda. Colnago ha sempre saputo come vendere i suoi prodotti" ha raccontato Merckx, che poi iniziò una proficua collaborazione e amicizia con un altro maestro, Ugo De Rosa. "Sono molto legato a Ugo, gli devo un grazie infinito" ha dichiarato l'ex campione, ricordando che De Rosa ebbe un ruolo fondamentale all'inizio della sua attività di costruttore di bici con il marchio Merckx.
Tra i tanti avversari della sua straordinaria avventura in bici, Merckx ha ricordato prima di tutti Felice Gimondi. "Il numero uno, il più completo, tenace e continuo" ha dichiarato l'ex campione, ricordando anche lo scalatore Fuente e gli specialisti delle classiche Godefroot e De Vlaeminck.
Nella sua storia personale legata a quella del grande ciclismo, sono poi passate le generazioni e i campioni, ormai non più avversari da battere ma protagonisti di nuovi capitoli di un'avventura senza fine. Merckx ha ricordato anche Marco Pantani, "il più grande scalatore puro di sempre, avrei voluto conoscerlo meglio" e parlato dell'inevitabile accostamento con il cannibale del ciclismo di oggi, Tadej Pogacar. "Per come vince è il nuovo Merckx, ma non ha gli avversari che ho avuto io" ha dichiarato Merckx, dicendosi comunque impressionato dalle imprese dello sloveno. "Ha vinto il Mondiale e il Lombardia con fughe pazzesche" ha commentato Merckx.