A Tadej Pogačar sono bastate poche pedalate del primo arrivo in salita di questo Critérium del Delfinato per spazzare via i dubbi emersi dopo la prova un po' opaca della cronometro di due giorni fa, riprendersi la maglia gialla e il ruolo di grande favorito in vista del Tour de France. Nel finale della sesta tappa, apparentemente neanche troppo selettivo, il fuoriclasse sloveno si è tolto di ruota i due grandi rivali, sia Remco Evenepoel che Jonas Vingegaard, con apparente facilità, senza neanche una vera battaglia. All'inizio della Cote de Domancy, il campione del mondo ha imposto il suo ritmo, costringendo subito alla resa sia il belga che il danese me involandosi verso l'ennesimo assolo.

Pogačar ha così vinto la sesta tappa e ripreso la maglia gialla alla vigilia di due tapponi di montagna in cui è atteso a nuove imprese.

Visma all'attacco sul Mont-Saxonnex

Con la sesta tappa, lo scenario del Critérium del Delfinato è cambiato drasticamente. In una giornata molto calda, la corsa ha proposto le prime vere montagne, pur senza andare ancora in alta quota, con l'arrivo sulla Cote de Cry.

Nelle fasi iniziali è partita una fuga da cui poi sono emersi Alex Baudin e Michael Leonard.

La corsa si è infiammata già sulla Cote del Mont-Saxonnex, a più di quaranta chilometri dall'arrivo. La Visma ha preso la salita con particolare veemenza, sbriciolando il gruppo ed evidenziando la forza del team giallonero, ancora presente con Kuss, Jorgenson e Tulett attorno a Vingegaard. Su un rallentamento, Lipowitz ha poi azzardato un attacco, ma Wellens ha rimesso ordine in gruppo, andando a riprendere il tedesco.

Il gruppo ha scollinato la salita con appena una decina di corridori, con Buitrago, Lenny Martinez e Carlos Rodríguez attardati. La discesa e il tratto di fondovalle verso Sallanches hanno permesso a molti corridori staccati di rientrare, e in questa fase si è notato l'isolamento della maglia gialla Evenepoel, senza compagni in un gruppo di circa trenta unità.

Nel finale, con Cote de Domancy e Cote de Cry, due brevi salite separate da un falsopiano, Baudin è rimasto da solo al comando.

Assolo di Pogačar, Vingegaard a un minuto

In gruppo, la corsa ha subito emesso un verdetto chiarissimo. La UAE ha impresso un ritmo molto alto, mettendo già in difficoltà Evenepoel. Dopo poche centinaia di metri, Tadej Pogačar è passato in testa, accelerando senza scattare, e anche Vingegaard ha dovuto arrendersi immediatamente alla netta superiorità del grande rivale. La marcia dello sloveno è stata inarrestabile. Pogačar ha superato a doppia velocità Baudin, scavando un solco impressionante tra sè e il resto della corsa. Scavalcata la Cote de Domancy, il campione del mondo ha gestito il breve falsopiano per poi affrontare gli ultimi tre chilometri verso l'arrivo della Cote de Cry.

Anche qui il passo di Pogačar è stato irresistibile, e alla fine Vingegaard ha contato un minuto di distacco sul traguardo, un risultato davvero pesante in ottica Tour de France, che conferma i valori della scorsa Grande Boucle.

Evenepoel è stato staccato anche da un ottimo Lipowitz e da Jorgenson, arrivando a 1'50''. Ben oltre i due minuti sono arrivati i deludenti Mas e Carlos Rodriguez.

Con questo risultato, Pogacar torna in maglia gialla, con 43'' su Vingegaard, 54'' su Lipowitz e 1'22'' su Evenepoel.

'Volevo vedere l'arrivo di Urska'

Nel dopo corsa, Tadej Pogačar ha scherzato un po' su questa prestazione superlativa. "Volevo arrivare presto per vedere l'arrivo del Giro di Svizzera femminile, dove corre Urska", ha commentato un sorridente Pogačar riferendosi alla corsa in cui è impegnata la compagna.

"Oggi ci siamo impegnati a fondo, puntando al massimo fin dai piedi del Domancy", ha dichiarato poi più seriamente lo sloveno.

"Sivakov e Narvaez hanno fatto un ottimo lavoro, ma tutta la squadra è stata bravissima. Non avevamo nulla da perdere e alla fine è andata così. Mi sentivo davvero bene, le gambe giravano e dopo l'attacco sapevo che avrei dovuto dosare bene lo sforzo per quindici minuti. Sono contento di come è andata, ora la situazione è di nuovo a mio favore. La cronometro mi preoccupava, ma è una sfida per il futuro, per migliorare. Ora devo continuare così fino al Tour", ha concluso il campione del mondo.