Dai Mondiali di Kigali agli Europei in Ardèche, le gerarchie e i risultati della corsa in linea di ciclismo non sono cambiati di una virgola. Tadej Pogačar ha aggiunto anche la maglia di Campione d'Europa a quella iridata vinta una settimana fa, con un'altra esaltante cavalcata solitaria che ha ribadito il suo ruolo di dominatore incontrastato del ciclismo mondiale. Alle sue spalle, in Ruanda come in Francia, Remco Evenepoel si è lanciato in vani inseguimenti conclusi con due secondi posti. Il belga ha mostrato qualche segno di frustrazione per l'impossibilità di contrastare Pogačar, ma al termine della prova degli Europei ha trovato dei segnali positivi e incoraggianti.
"Mi sto avvicinando e tutti gli altri sono lontani" ha commentato Evenepoel, che pur essendo rimasto inesorabilmente staccato da Pogačar in salita, ha spiegato: "Questa è la prima volta che tengo così tanto su un suo attacco".
Evenepoel: 'Il suo attacco è stato troppo lungo'
La corsa in linea degli Europei di ciclismo si è decisa nei tre passaggi sulla lunga salita di Saint Romain des Lerps, nella fase centrale del percorso. Il Belgio ha aumentato l'andatura al secondo passaggio, con l'obiettivo di isolare Pogačar, attorniato da una nazionale slovena abbastanza fragile, vista anche l'assenza di Primoz Roglic. Evenepoel e compagni sono riusciti nel loro intento, ma non hanno poi trovato il modo di approfittare della situazione con un attacco che costringesse Pogačar a lavorare personalmente.
Lo sloveno è quindi passato all'offensiva nel terzo passaggio dalla salita e ha velocemente disperso gli avversari, involandosi verso la vittoria quando all'arrivo mancavano ancora 75 chilometri.
Evenepoel ha provato a seguire il campione del mondo, ma dopo qualche centinaio di metri ha dovuto cedere e continuare con il proprio passo. "L'attacco di Pogačar è stato troppo lungo, mi sono staccato nell'ultlimo tratto ripido" ha commentato il capitano del Belgio nel dopo corsa. Evenepoel ha però trovato degli aspetti positivi in questo scontro diretto. "È la prima volta che riesco a tenere così tanto su un suo attacco. Questo è il lato positivo. Ma è anche un segnale che c'è ancora del lavoro da fare per tenergli testa.
Tadej ha mantenuto lo stesso ritmo, ha guadagnato dai 20 ai 30 secondi, e questo è stato tutto. Ha dovuto recuperare un po' e poi accelerare di nuovo. Ma ci ho messo troppo tempo" ha spiegato Evenepoel.
'Differenze maggiori che ai Mondiali di Kigali'
Il belga è stato poi raggiunto da Seixas, Ayuso e Scaroni, e ha cercato la collaborazione dei compagni d'avventura per dare più forza all'inseguimento su Pogačar. Evenepoel non ha però trovato un aiuto davvero concreto e dopo un po' ha staccato tutti per provare la rincorsa solitaria. "Forse dovevo sbarazzarmi degli altri un po' prima" ha commentato Evenepoel, ammettendo però che "il risultato è giusto".
Sulla strategia seguita dalla sua squadra, Evenepoel ha spiegato che l'obiettivo era quello di mettere in difficoltà la Slovenia.
"Volevamo isolare Tadej il più velocemente possibile e ci siamo riusciti. Ma tutti sanno che lui è così forte che in giornate come queste a volte non ha quasi bisogno di una squadra. È stato dimostrato" ha ammesso Evenepoel. "Per lui l'attacco è stata la miglior difesa. Noi abbiamo dovuto sopravvivere il più a lungo possibile e trovare il nostro ritmo" ha commentato Evenepoel, che però archivia questi Europei con dei segnali positivi.
"Io mi sto avvicinando, gli altri sono lontani. Le differenze sono quasi maggiori che ai Mondiali di Kigali" ha commentato Evenepoel.