Il passaggio di Juan Ayuso dalla UAE Emirates alla Lidl Trek è stato uno dei colpi più importanti dell'ultimo mercato del ciclismo. Il campione spagnolo era ancora sotto contratto con la UAE fino al 2028, ma ha chiesto e ottenuto la risoluzione dell'accordo dopo un periodo di convivenza molto difficile. Ayuso era apparso spesso come un corpo estraneo rispetto al resto della squadra, un po' insofferente alle gerarchie interne e alla prospettiva di non essere un punto di riferimento per un progetto a lungo termine del team. Grazie anche al nuovo procuratore Giovanni Lombardi, Ayuso è infine riuscito a lasciare la UAE e accasarsi alla Lidl Trek, con cui inizierà una nuova avventura dal 2026.

In un'intervista con Daniel Benson, Ayuso ha rivelato ora come si è consumata questa rottura con la sua ormai ex squadra. Il corridore ha raccontato di aver ricevuto una proposta di rinnovo contrattuale, da lui rifiutata, e che da allora l'atteggiamento del management del team è diventato aggressivo nei suoi confronti.

Ayuso: 'La dirigenza mi rispondeva che non potevo andarmene'

Juan Ayuso aveva firmato un lungo contratto con la UAE Emirates non appena chiusa la sua carriera da under 23. Assistito allora dal padre nel ruolo di procuratore, lanciato da risultati di altissimo livello che lo indicavano come il probabile crack dell'immediato futuro per le corse a tappe del ciclismo, Ayuso era convinto di poter recitare un ruolo centrale all'interno della UAE.

Le cose non sono poi andate come immaginato, sia per l'esplosione eclatante di Tadej Pogacar, che per la sua difficoltà a fare un ulteriore salto di qualità dopo una prima stagione molto convincente.

Capendo di non poter essere il numero uno della squadra, Ayuso ha raccontato di aver chiesto di potersene andare. "Ogni volta che ne parlavo brevemente con i dirigenti, la risposta era sempre no. Sentivo che andarmene era una possibilità molto remota, quindi ho cercato di trarne il meglio. D'altra parte, quando tutte queste cose si accumulano, c'è un momento in cui pensi che sei lì per correre e divertirti" ha raccontato Ayuso, spiegando di non aver mai avuto particolari problemi con i compagni, ma solo con il management della UAE.

'La mia preoccupazione era la clausola di rescissione'

Nonostante la situazione già difficile, il corridore spagnolo ha raccontato di aver ricevuto una proposta di allungamento del contratto. "A gennaio mi hanno proposto di rinnovare fino al 2030. Durante quelle trattative con la dirigenza, la mia preoccupazione principale non era tanto il denaro, quanto piuttosto la famosa clausola di rescissione da cento milioni del vecchio contratto. Ho detto loro che potevo estendere il mio contratto, ma solo se ci fosse stata una clausola di rescissione nel caso in cui avessi voluto andarmene in seguito" ha raccontato Ayuso.

La trattativa si concluse con un nulla di fatto e con il rifiuto di Ayuso di firmare il rinnovo.

"Da quel momento in poi, la dirigenza divenne molto aggressiva, al punto che mi dissero che se non avessi firmato il rinnovo, avrebbero rivisto il mio programma di corse. Quello fu uno dei punti di svolta più importanti, oltre all'aspetto sportivo, e fu allora che dissi: 'Ok, basta'" ha raccontato Juan Ayuso.