Non c'è niente da fare contro Tadej Pogačar! Anche agli Europei di ciclismo che si sono conclusi oggi in Francia, il Campione del mondo ha regalato un'altra prova di superiorità disarmante. Nonostante una squadra molto debole, che lo ha lasciato presto da solo, lo sloveno ha inscenato l'ennesima fuga solitaria, andandosene via a 75 km dall'arrivo, sulla salita di Saint Romain des Lerps, la più lunga della corsa. Evenepoel ha dovuto recitare ancora la parte dello sconfitto nell'uno contro uno, dopo aver perso l'occasione di accerchiare e mettere in difficoltà Pogačar con la supremazia quantitativa e qualitativa del suo Belgio.

Con Pogačar imprendibile verso il titolo e Evenepoel sicuro secondo, la corsa ha regalato scintille nella lotta per il bronzo, che ha visto presentarsi al palcoscenico del grande ciclismo il 19enne Paul Seixas. Il francese ha esaltato il pubblico di casa, staccando Scaroni e Ayuso nel finale per prendersi un podio di straordinario valore.

Assolo di Pogačar, Scaroni sfiora il podio

La corsa in linea degli Europei di ciclismo si è infiammata con uno spettacolo entusiasmante nelle fasi centrali.

Dopo una fuga iniziale in cui si sono inserti tra gli altri anche Frigo e Vervaeke, e il lungo lavoro della Slovenia in testa al gruppo, la situazione si è animata nel secondo passaggio sulla salita di Saint Romain de Lerps. Il Belgio ha proposto una prima accelerata, iniziando il lavoro ai fianchi per isolare Pogačar, attorniato da una squadra piuttosto fragile.

Jonas Vingegaard ha subito perso contatto, un flop totale per il danese, arrivato a questo appuntamento ormai scarico. Evenepoel ha poi insistito in discesa, provocando una spaccatura che è stata ricucita da Bettiol. Sulla successiva salita di Val d'Enfer, più breve ma con pendenza al 10%, Evenepoel ha sfruttato una prima accelerata di Garofoli per poi fare il suo forcing a cui hanno resistito solo Pogačar e la stella nascente Seixas.

La situazione si è poi ricomposta con il rientro di diversi corridori, tra cui Scaroni, Garofoli, Ayuso, Christen e Sivakov.

I fuggitivi partiti all'inizio della corsa sono stati raggiunti e davanti si è così formato un gruppo di una trentina di unità. Il Belgio ha deciso di mettersi al comando e accettare la sfida diretta con un Pogačar ormai isolato, una strategia che però non ha pagato. Nell'ultimo passaggio da Saint Romain de Lerps, dopo il lungo lavoro dei belgi, Pogačar ha infatti aumentato l'andatura senza scattare e solo Ayuso e Evenepoel sono inizialmente rimasti alla sua ruota. Sia lo spagnolo che il belga hanno però dovuto cedere al passo forte e regolare del campione del mondo, che a 75 chilometri dall'arrivo è rimasto tutto solo al comando, iniziando la sua solita cavalcata.

Evenepoel ha vissuto un momento critico ed è stato poi raggiunto a Seixas, Ayuso e Scaroni, con tutti gli altri molto più indietro. Evenepoel ha provato a riaprire la corsa cercando la collaborazione dai compagni d'avventura, che però non hanno trovato molte energie e motivazioni. Dopo qualche accenno di nervosismo, il belga è riuscito a staccare Ayuso, Seixas e Scaroni e lanciarsi in un vano inseguimento a Pogačar, che è volato ad oltre un minuto di vantaggio.

Il finale è stato il solito trionfo di Pogačar, che ha gestito la situazione a suo piacimento, prendendosi tutto il tempo per godersi l'arrivo. Evenepoel ha chiuso con l'ormai solito secondo posto, mentre la sfida per il bronzo è stata intensissima.

Nell'ultimo giro, Ayuso ha avuto una flessione e Seixas ne ha approfittato per attaccare Scaroni. Dopo un'insistita serie di scatti, il francese è riuscito a piegare l'azzurro, conquistando un bronzo più che meritato.

'Ho perso rapidamente i miei compagni'

Nel dopo corsa, Tadej Pogačar ha raccontato di aver deciso di attaccare sulla salita di Saint Romain des Lerps a causa della situazione di corsa che si era creata sul precedente passaggio, quando il Belgio aveva dato una decisa accelerata. "Pensavo che il terzo passaggio su quella dura salita sarebbe stato decisivo, ma il Belgio ha attaccato al secondo passaggio e ho perso rapidamente i compagni di squadra" ha raccontato lo sloveno, che ha avuto il timore di poter finire in mezzo al gioco tattico degli avversari.

"Ho visto altri quattro o cinque belgi, mentre io ero rimasto da solo. Era meglio attaccarli io stesso piuttosto che rimanere in un gruppo che avrebbe potuto attaccarmi. Ci sono riuscito" ha dichiarato il campione del mondo, che poi ha insistito a spingere nella sua ormai proverbiale cavalcata solitaria e vincente. "Remco è stato molto bravo e ha continuato a spingere. Non potevo rallentare e ho dovuto continuare a spingere anche io fino al traguardo. Sono contento che tutto questo sia finito e che abbia vinto un altro titolo", ha dichiarato Pogačar.