In questa pausa invernale tra una stagione e l'altra, il mondo del ciclismo si è ritrovato a fare i conti con un caso di doping di un corridore di livello World Tour, lo spagnolo Oier Lazkano. Ingaggiato dalla RedBull all'inizio di questo 2025, dopo un'ottima esperienza alla Movistar, Lazkano sarebbe dovuto essere uno dei leader della squadra tedesca nella campagna di classiche del nord. Invece, dopo poche apparizioni, dello spagnolo si sono letteralmente perse le tracce. La squadra non lo ha più schierato in nessuna corsa, rifiutandosi di dare informazioni sul corridore.

Solo a fine ottobre è arrivata la notizia della sospensione di Lazkano per delle anomalie rilevate sul suo passaporto biologico, lo strumento che monitora tutti i parametri dei corridori per valutare il ricorso a farmaci o metodi illeciti.

Del caso Lazkano ha parlato anche Johan Bruyneel, ex team manager di Lance Armstrong alla US Postal, nel podcast The Move. Bruyneel ha fatto un'interessante riflessione sul passaporto biologico, spiegando che questo strumento non può essere efficace nel monitoraggio dei grandi campioni, che disponendo di risorse finanziarie importanti potrebbero smontare facilmente le accuse.

Ciclismo, il caso Lazkano

Il passaporto biologico è stato introdotto nel ciclismo professionistico nel 2008.

Lo scopo di questo strumento è quello di monitorare tutti i parametri di ogni corridore e le eventuali fluttuazioni anomale che possono essere motivate con il ricorso a farmaci o metodi proibiti dai regolamenti antidoping.

Le dinamiche dei casi rilevati dal passaporto biologico sono molto diverse e più complesse di quelle delle positività ai controlli antidoping. Il caso Lazkano fa riferimento a dei parametri sballati risalenti al periodo 2022-24, quando il corridore era ancora alla Movistar. Lo spagnolo ha iniziato regolarmente la sua stagione 2025 con la RedBull, senza ottenere nessun buon risultato, e ha fatto la sua ultima apparizione alla Parigi Roubaix dello scorso 13 aprile. Da allora, Lazkano non ha più gareggiato, e la squadra non ha rilasciato nessuna notizia su di lui.

In questo lasso di tempo, probabilmente, il corridore è stato informato dell'inchiesta a suo carico, ha inoltrato dei ricorsi che sono stati respinti, arrivando così a fine ottobre con la notizia della sospensione.

'Chi ha le risorse può contestare e far crollare il passaporto biologico'

Parlando a The Move, Johan Bruyneel ha spiegato di ritenere il passaporto biologico uno strumento efficace, ma solo per corridori di medio livello come Lazkano. "Penso che il passaporto biologico sia senza dubbio un valido strumento. È stato introdotto nel 2008 ed è stato perfezionato nel corso degli anni" ha commentato l'ex manager americano.

Bruyneel ha osservato che i campioni non vengono mai messi sotto inchiesta, perchè questo potrebbe portare allo smantellamento di tutto il sistema del passaporto biologico, che non si basa su delle positività accertate da un controllo antidoping.

"Ciò che mi colpisce davvero è che di solito le persone che sono state scoperte con il passaporto biologico lo sono state anni dopo. Non mi sorprende che non lo facciano mai con grandi nomi che hanno molte risorse finanziarie" ha commentato Bruyneel.

"Penso che il passaporto biologico sia un buon strumento per monitorare e individuare determinati atleti che mostrano determinate anomalie, ma c'è un motivo per cui nessun campione di grande nome con molti soldi si è trovato in questa situazione: perché se qualcuno con molte risorse, ottimi avvocati e molto tempo a disposizione lo contesta, crolla" ha chiosato Johan Bruyneel.