Il 24 gennaio quasi 10 milioni di italiani dovranno pagare la mini-Imu. Ovvero l'imposta residuale che i proprietari della prima casa devono pagare se abitano in uno dei comuni che ha previsto un aumento dell'aliquota fissata dallo Stato al 4 per mille. In pratica si dovrà versare il 40% della differenza fra l'importo IMU calcolato con l'aliquota attuale stabilita dal comune e l'importo calcolato con l'aliquota standard del 4 per mille.



La mini-Imu è un'imposta che va pagata solo sulla "prima casa" in circa 2400 comuni italiani, circa un terzo del totale nazionale; sono esentate le abitazioni che rientrano nelle categorie: A/1 immobili signorili, A/8 ville e A/9 castelli e palazzi.





Il calcolo della mini-Imu per certi passaggi è uguale a quello dell'Imu: una volta stabilito il valore catastale si applica una rivalutazione del 5% e poi si moltiplica per un numero fisso che per le abitazioni è 160. Bisogna, con un nuovo calcolo, stabilire l'importo IMU per il proprio Comune in base all'attuale aliquota, quindi l'importo IMU con aliquota al 4 per mille. Fare la differenza e quindi ricavare il 40% di quest'ultima cifra. Il calcolo sembra più difficile di quanto in realtà non sia, se dopo tutto questo il totale da pagare fosse inferiore a 12 euro, nulla sarà dovuto all'erario a meno di diversa disposizione da parte del proprio comune.



A pochi giorni dalla scadenza della tassa sulla prima casa, la situazione è abbastanza caotica, i cittadini hanno preso letteralmente d'assalto tutti gli uffici preposti, i Caf ovvero Centro di assistenza fiscale, per farsi calcolare l'importo esatto che il contribuente deve pagare al proprio Comune.





In caso l'importo superasse i 12 euro, il versamento andrà eseguito con il modello F24 o con bollettino postale. Chi decide di utilizzare il pagamento con il modello F24 dovrà utilizzare il codice tributo 3912 per le prime abitazioni.