La benzina aumenterà di nuovo. E non di poco. Lo ha annunciato il Ministro dell'Economia Padoan nei giorni scorsi, insieme al Ministro dello Sviluppo Guidi, i quali hanno spiegato come si troveranno le risorse che servono per garantire alcuni sgravi fiscali per le imprese. Ed il metodo più usato dai governi italiani resta sempre quello migliore: aumentare le accise.

Solo che questa volta non aumenteranno di poco dato che sono previsti, di qui al 2017, almeno due o addirittura tre incrementi. Secondo quanto riporta oggi il Fatto Quotidiano, il primo incremento dovrebbe arrivare a breve, probabilmente appena prima della stagione estiva per fare in modo che si possano sfruttare i turisti che raggiungono le spiagge italiane.

Il primo incremento, ancora non ufficialmente quantificato nel prezzo alla pompa, dovrebbe portare nelle casse dello Stato 140,7 milioni e servirebbe per detassare gli utili aziendali che vengono reinvestiti. Uno strumento utile per far girare l'economia, ma che rischia di pesare sul consumatore finale.

Si sa infatti che a pagare non sono soltanto gli automobilisti, ma anche chi acquista prodotti al supermercato o sotto altre forme perché chi trasporta la merce dal produttore al rivenditore rincarerà la sua parcella per il costo della benzina più elevato, e questo rincaro si sposterà sul prodotto finale che tutti noi acquistiamo.

Purtroppo le cattive notizie non finiscono qui. Le accise sulla benzina saliranno ancora entro la fine del 2016 per un ammontare di 220 milioni, e potrebbero salire ancora, per la terza volta, se l'incasso effettivo dell'Iva per il 2014 sarà inferiore ai 650 milioni preventivati.

In totale, tra incrementi di accise e aggiustamenti vari, si calcola che di qui al 2021 il costo aggiuntivo sulla benzina dovrebbe raggiungere i 2 miliardi di euro. Una situazione insostenibile che Assopetroli e Figisc hanno stimato in circa 25,9 centesimi al litro in più per i consumatori italiani rispetto ai loro omologhi del resto d'Europa.