In Italia le famiglie non fanno in tempo a digerire una prima dose di tasse e cioè quella prevista per il mese di giugno con le scadenze di Irpef, IMU e Tasi, che già ci si aspetta una nuova ondata per fine anno e per l'anno prossimo. Infatti, i Comuni e le Regioni hanno margine fino al 31 dicembre per aumentare, eventualmente, le imposte di loro spettanza, quelle per il 2015 ma anche per il 2016.

Aliquote comunali e le delibere

Pochi sono i Comuni che hanno già deliberato le aliquote da applicare nel 2015 per le tasse sugli immobili.

Il Governo ha loro concesso una proroga per le delibere riguardanti IMU e Tasi e così i cittadini, sapranno quanto effettivamente sborsare solo con la rata finale di dicembre. Margine in mano ai Comuni c'è anche per quanto riguarda le addizionali comunali sull'Irpef. Il 70% dei Comuni è sotto il tetto massimo consentito e quindi possono ritoccare in aumento l'Irpef di loro competenza.

Le Regioni e l'addizionale regionale all'Irpef

Per quanto riguarda le addizionali all'Irpef, qualche Regione ha già provveduto ad aumentarle delineando una strada che in teoria dovrebbe essere seguita dalle altre regioni. Purtroppo fino all'anno scorso, grazie ai tetti di spesa, i Governatori avevano le mani legate dal fatto che anche aumentando a dismisura l'imposizione fiscale sui propri corregionali, non potevano sforare il tetto massimo di spesa.

Ne conseguiva che incassare di più senza possibilità di spendere il maggiore introito era inutile. Quindi il più delle volte optavano per il non aumento per salvare quantomeno il rapporto con la popolazione e quindi con l'elettorato. Adesso, essendo saltato il tetto di spesa niente e nessuno vieta loro di applicare la mano pesante soprattutto grazie alla scusante dei tagli agli Enti locali voluti dal Governo che di fatto hanno dissanguato le loro casse.

La spending review se fallisse

Oltre a questo, c'è il rischio che entrino in scena le clausole di salvaguardia, quelle clausole che consentono ad uno Stato di aumentare le tasse qualora gli obbiettivi finanziari di una loro manovra non vengano raggiunti. Nel caso Italiano qualora la spending review fallisse le attese bisogna già essere pronti all'eventualità dell'aumento di Iva ed accise sui carburanti.

In pratica se tempi bui stiamo vivendo, ciò che si affaccia all'orizzonte non promette nulla di buono.