Quando si compra o si vende una automobile piuttosto che una moto la legge italiana prevede l’istituto del passaggio di proprietà. Il passaggio di proprietà altro non è che un atto ufficiale con cui un autoveicolo passa da un proprietario all’altro. Naturalmente non è un atto gratuito perché presenta costi a volta anche rilevanti ma che dal prossimo 1° giungo sembra saranno abbattuti. Infatti un decreto del Governo, inserito nel grande contenitore della riforma della Pubblica Amministrazione della Madia entrerà in scena proprio dal prossimo mese di giugno e cambierà sostanzialmente anche l’istituto del passaggio di proprietà.

Ecco come funziona oggi il meccanismo, come cambierà, quanto costa il passaggio e che documenti sono necessari.

Dove si presenta?

Molteplici le possibilità, cioè gli enti o gli sportelli dove è possibile completare l’operazione. Innanzi tutto lo sportello telematico dell’automobilista, al Pra, cioè il Pubblico Registro Automobilistico. In alternativa ci si può recare presso una qualsiasi delegazione dell’Automobile Club Italia (Aci) o presso un ufficio della Motorizzazione Civile. Inoltre in Italia sono molte le Agenzie di Pratiche Automobilistiche che dietro corrispettivo possono adoperarsi per nome e conto dell’acquirente che va ricordato, senza accordi diversi tra le parti, risulta essere il soggetto su cui gravano i costi del passaggio.

Molti credono che il passaggio di proprietà possa avvenire anche nel Comune di residenza ma non è propriamente così. Presso le case comunali è possibile solo completare l’atto di vendita dinnanzi ad un pubblico ufficiale, cioè a trascrivere e validare l’atto annotandolo sul CDP, il certificato di proprietà che insieme al libretto di circolazione è il documento più importante di un autoveicolo.

L’atto di vendita va firmato al comune e va presentata una marca da bollo di 16 euro. Entro 60 giorni dalla presentazione in comune bisogna completare le pratiche di passaggio.

Documenti e costi

I documenti utili al passaggio, quelli che vanno portati presso uno degli sportelli scelti per l’operazione sono l’atto di vendita, PRA con il codice fiscale dell’acquirente, il modulo TT 2119, la carta di circolazione, il documento di riconoscimento di chi compra ed un certificato di residenza, anche in forma auto-certificativa.

Quest’ultimo documento è utile perché in base alla zona di residenza cambiano i costi del passaggio per via dell’Imposta di Trascrizione che è diversa a seconda delle province. L’IPT infatti varia da 150,81 euro per auto fino a 53kw di potenza a 605,48 per auto da 150 o più kw. Si spendono 27 euro come emolumenti Aci, 32 euro come imposte di bollo al Pra, altri 16 euro come imposta di bollo e 9 euro come diritti per il dipartimento dei trasporti.

La riforma del documento unico

Dal 1° giugno 2018 come dicevamo entra in vigore il decreto che prevede per gli autoveicoli nuovi ed usati immatricolati da quella data, il documento unico di circolazione che comprenderà i due canonici documenti che accompagnano le autovetture, cioè libretto di circolazione e certificato di proprietà.

Dal punto di vista dei costi, il documento unico non costringerà gli acquirenti a pagare i 41,78 euro per le targhe e nemmeno l’imposta di bollo (16 euro) per il rilascio della carta di circolazione. La carta di circolazione quindi scomparirà e in sede di passaggio verrà rilasciato esclusivamente un tagliando da incollare sulla vecchia carta.