Il diritto di aprire un conto corrente "gratuito", meglio sarebbe dire "molto agevolato", è stato istituito legalmente per piccoli risparmiatori o per soggetti con difficoltà finanziarie.

A stabilirlo è il decreto ministeriale dell'Economia e delle Finanze (n. 70 del 3 maggio 2018), pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 maggio 2018, ed entrato in vigore soltanto il 20 giugno 2018.

Si tratta di un regolamento attuativo del precedente decreto legislativo n. 37/2017, dove si fa menzione delle regole di un conto di base offerto da istituti bancari e postali, o qualunque altro prestatore di servizio di pagamento.

Un conto corrente senza spese oltre al canone annuale

Secondo quanto stabilito dal provvedimento è prevista la possibilità di avere un conto corrente con il pagamento del solo canone annuale.

Nello specifico il DM ha introdotto una serie di nuove disposizioni attuative - tra cui gli articoli 126-vicies semel, 126 vicies bis e 126 vicies quater - che pongono alcune modifiche rispetto al Testo Unico Bancario del 1993.

Il conto corrente "gratuito" darebbe la possibilità a chi ne fosse titolare di compiere una serie di operazioni bancarie (che vengono usualmente pagate) senza dover sostenere alcuna spesa annessa. Numero e tipi delle operazioni esentabili sono descritti approfonditamente nel'allegato B del decreto.

Insieme all'elenco vengono aggiunte anche le relative scritture contabili che fanno parte di tale esonero.

Altri sistemi di agevolazione concernono tutte le operazioni di addebito Sepa e molti dei prelievi effettuati presso gli Atm (sportelli automatici) dei prestatori di servizi di pagamento offerti sull'intero territorio nazionale.

Quali sono i beneficiari del conto corrente agevolato

Il conto corrente agevolato è pensato per i risparmiatori aventi basso reddito e per la gran parte dei pensionati.

In particolare possono beneficiarne coloro che hanno dichiarato un Isee in corso di validità inferiore a circa 11mila euro.

Sono poi compresi tra i destinatari del provvedimento gli aventi diritto a trattamenti pensionistici che raggiungono un importo lordo di 18mila euro.

Per i fruitori l'unico onere di spesa rimane un solo canone annuale da considerare, in linea di principio, onnicomprensivo.

Al riguardo, il Ministero dell'Economia ribadisce che detta somma deve essere ragionevole e in linea con gli obiettivi di inclusione finanziaria.