Come ogni anno, il quotidiano “Il Sole 24 Ore” ha organizzato il convegno Telefisco. Si tratta di un appuntamento ormai annuale con il quale si affrontano le novità che ogni anno il governo tra manovra di Bilancio e suoi collegati, emana in materia fiscale. Un convegno che permette a liberi professionisti, tecnici del settore, ma anche imprenditori e addetti ai lavori, di chiarire meglio quanto ruota intorno a queste novità, con l’Agenzia delle Entrate che chiarisce in prima persona tutti gli appunti che i partecipanti muovono. Una delle novità rilevanti di quest’anno è la nuova rottamazione delle cartelle, giunta alla terza edizione dopo le due precedenti degli ultimi governi PD.

Proprio sulla rottamazione occorre registrare alcune sottolineature da parte del Fisco, per quanto riguarda le procedure esecutive già avviate contro contribuenti che adesso stanno per aderire alla terza rottamazione delle cartelle. La misura rispetto alle sue precedenti, sembra più elastica proprio per quanto riguarda alcuni aspetti delle procedure esecutive contro i debitori.

Procedure esecutive bloccate, qualsiasi esse siano

Per presentare istanza di rottamazione delle cartelle la scadenza è stata fissata al 30 aprile 2019. Dal punto di vista strutturale, la rottamazione è identica a quelle degli anni passati, con le cartelle che vengono scontate di interessi di mora e sanzioni. In pratica, il montante da pagare resta quello relativo all’importo della tassa, del tributo o dell’imposta evasa con i relativi interessi di ritardata iscrizione a ruolo.

Solo le rate sono maggiori, con la possibilità di pagare in 5 anni e tramite 18 rate. Le Entrate hanno chiarito anche un’altra differenza rispetto alle versioni precedenti che riguarda l’istituto del pignoramento presso terzi, atto esecutivo molto spesso utilizzato dal concessionario alla riscossione che di fatto blocca conti correnti, stipendi e soldi in banca per quei debitori che non ottemperano al pagamento dei loro debiti di natura fiscale e tributaria.

Nelle rottamazioni precedenti, l’adesione ai provvedimenti di sanatoria non aveva effetti positivi per i debitori ai quali era stato già avviato un provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati. Con la nuova versione invece, proprio come ha chiarito l’Agenzia, la sola presentazione dell’istanza avrà l’effetto di bloccare qualunque procedura esecutiva già avviata da parte del concessionario incaricato alla riscossione.

Effetti pratici di questi chiarimenti

La presentazione dell'istanza di adesione alla procedura agevolata, tramite il modello DA1, di fatto sospende qualsiasi procedura esecutiva in corso. Sospensione e non revoca, perché il contribuente una volta presentata istanza ed una volta accettata, resta obbligato a far fronte al pagamento del debito. Al riguardo le Entrate sottolineano come la revoca di questi provvedimenti di esecuzione forzata, come il pignoramento presso terzi, viene cancellato definitivamente una volta pagata la prima tranche del debito fuoriuscito dalla rottamazione, cioè già con la prima rata che secondo i diktat del decreto fiscale dovrebbe coincidere con il 31 luglio 2019.