La manovra 2020 spezza l'accorpamento tra Imu e Tasi. Il governo giallorosso taglia la Tasi, lascia l’Imu, un provvedimento che ha lasciato perplessi i proprietari degli immobili, i quali, dovranno versare da soli le imposte sui fabbricati, considerando che dal 1° gennaio 2020 gli inquilini non saranno tenuti più a pagare la Tasi, in quanto abolita. Tecnicamente nella riforma sulla casa presente nella Legge di Bilancio, non si dovrebbe spendere di più, il dubbio nasce sul gioco delle aliquote.

Infatti, l’eliminazione della Tasi non rappresenta più un obbligo per gli inquilini.

Nello stesso tempo, si tratta di una modifica che tormenta i proprietari, in quanto, se gli inquilini in qualità di affittuari versano l’imposta calcolata dal 10% al 30%, dal 1° gennaio 2020 sono esonerati, quindi non sono obbligati a versarla, di conseguenza, resta un carico per il solo proprietario dell’immobile.

Resta da dire che le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2020 in materia d'imposte sugli immobili, potrebbero subire ulteriori modifiche, durante il completamento dell'iter che porta all'approvazione definitiva della Manovra.

Via Tasi resta Imu

La riforma delle imposte sugli immobili prevista nel disegno della Legge di Bilancio 2020, taglia la Tasi, lascia l'Imu. Nello stesso tempo, il governo chiarisce che non vi sarà alcun aumento legato alle aliquote.

Si tratta, dell'eliminazione di una tassa considerata la copia dell'Imu. In sostanza, nella nuova imposta Imu saranno inglobati i due tributi.

A oggi, l'aliquota massima dell'Imu è pari al 10,6 per mille, mentre la percentuale d'imposta massima per la tassa abolita Tasi era dell'8 per mille. Di conseguenza, con l'accorpamento delle aliquote in una sola imposta calcolata sulla medesima base imponibile, cioè il valore catastale degli immobili, con l'aggiunta di moltiplicatori tocca la soglia dell'11,4 per mille.

Finisce giusto a centrare il massimo dell'aliquota disposta per la nuova Imu.

La nuova Imu: un vantaggio per i Comuni

C'è da dire, che i vari Comuni che in passato avevano sfiorato il livello massimo di tassazione, come: Roma, Bologna, Milano e Firenze. Con la nuova Imu ricevono un freno, non dovrebbero eccedere con ulteriori aggravi.

Nello stesso tempo, i Comuni che non hanno raggiunto la quota massima di tassazione, attraverso la nuova Imu possono operare dei rincari toccando o sfiorando il limite massimo dell'11,4 per mille.

Possibile 'stangata' per i proprietari

Le disposizioni relative all'articolo 95 del Ddl, contiene la base su cui poggerà la nuova Imu. La nuova tassa unica assimilerà la Tasi. Un sospiro di sollievo per gli inquilini, in quanto, non dovranno più pagare l'imposta.

Problemi per i proprietari degli immobili, che potrebbero essere tenuti a versare un aumento delle tasse dovuto all'accorpamento delle aliquote. In quanto, a oggi l'importo versato dagli inquilini per la Tasi corrisponde a una quota che oscilla dal 10% al 30%, la differenza come parte di quota restante che va dal 70% al 90%, è a carico dei proprietari degli immobili.

Il raggruppamento Imu e Tasi, fa decadere l’obbligo da parte dell'inquilino relativo al versamento della quota dell’imposta relativa ai servizi indivisibili. Dal 1° gennaio 2020 l'intero carico dell'imposta unica sugli immobili sarà sopportata solo dai proprietari delle case.