L'Agenzia delle Entrate mette in pratica un provvedimento emanato dall'Amministrazione Finanziaria il 3 dicembre 2019 prot. prot. 1415522 comma 15-quinquies dell'articolo 35 del dpr n. 633/72. Procedendo alla chiusura d'ufficio delle Partite Iva inattive, interrompendo l’attività di tutte quelle che risultino inutilizzate da tre anni precedenti. L'accertamento riguarderà tutti i movimenti registrati dalle Partite Iva dal 2016 al 2018. Per le quali non è stato prodotto reddito d’impresa o di lavoro autonomo, oppure, per le quali non sono state emesse delle dichiarazioni annuali dell’IVA.

L'Agenzia delle Entrate prima di avviare la procedura di chiusura definitiva, accerterà lo stato passivo della Partita Iva. Ai contribuenti individuati sarà inviata una comunicazione contenente la preventiva chiusura attraverso una raccomandata A/R. I soggetti che riceveranno la lettera avranno 60 giorni di tempo, per poter dimostrare all'Agenzia delle Entrate la reale situazione fiscale per gli anni contestati.

Controlli partita IVA

Come riportato dall'Amministrazione finanziaria il provvedimento attuativo del 3 dicembre 2019 stabilisce tutti i criteri utilizzati dall'Agenzia delle Entrate per poter individuare i soggetti IVA inattivi. In sostanza, si tratterebbe di una verifica dei dati già presenti nell'archivio dell'Amministrazione finanziaria.

Le partite IVA inattive dovrebbero essere controllate attraverso semplici riscontri automatizzati, utilizzando i dati disponibili presenti nell'Anagrafe tributaria, il sistema spulcerà la Partita IVA che nel corso dei tre anni non ha prodotto la dichiarazione Iva, oppure, dove mancano le dichiarazioni dei redditi di lavoro autonomo o d'impresa.

Dopo 60 giorni senza chiarimenti si avvierà la chiusura d’ufficio

I titolari di partita IVA individuati dall'Agenzia delle Entrate, avranno 60 giorni di tempo per spiegare la situazione fiscale.

Inoltre, il contribuente sempre nel termine dei 60 giorni dalla chiusura preventiva, potrà comunicare all’Agenzia la presenza di eventuali errori e omissioni.

L'Agenzia potrà disporre anche della chiusura del codice fiscale di soggetti diversi dalle persone fisiche. In questo caso, il contribuente potrà formulare una domanda di contestazione per la riattivazione del codice presso gli uffici dell'Agenzia delle Entrate presenti su tutto il territorio italiano.

Saranno uffici amministrativi finanziari dopo aver analizzato le motivazioni presentate dal contribuente, scegliere se accettare la richiesta del titolare di partita Iva, avviando la procedura per il mantenimento dell'attiva, oppure, ritenere non validi gli atti e respingere con motivazione l'istanza.